MB

La luna, rotonda e purpurea, si alzava rasoterra, in fondo ai prati. Saliva veloce tra i rami dei pioppi che ogni tanto la nascondevano, come un sipario nero, forato. Alla fine apparve, candida ed elegante, nel cielo vuoto, rischiarandolo; allora, più lenta, lasciò cadere sul fiume una grande macchia che faceva un'infinità di stelle, e quel bagliore d'argento pareva contorcersi sino al fondo, come un serpente senza testa coperto di squame luminose. Assomigliava anche a un mostruoso candelabro da cui colassero, per tutta la lunghezza, gocce di diamante fuso.

—  Gustave Flaubert, Madame Bovary

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