Parthenope – La vera storia di Piazza del Plebiscito

Più di mille anni fa in Piazza del Plebiscito, nacque dal seme di una mela un’incantevole fanciulla. Era l’immagine della bellezza mediterranea. Al posto degli occhi misero le stelle, il sole di Napoli nel cuore per riscaldarla, le labbra carnose, alta in un corpo ammirabile nelle forme, bruna con i suoi capelli lunghi e ricci… si chiamava Parthenope, che nel dolce linguaggio greco, significa Vergine…

Ma il frutto da cui ella prese vita fu diviso, e in quell’altra metà c’èra la sua anima gemella. Il destino di Parthenope fu quello di acquisire sembianze umane, mentre quello di Cimone, la sua dolce metà, fu quello di essere imprigionato in un corpo d’angelo. Toccò a loro due questo triste destino, entrambi costituivano l’emblema dell’amore, del vero amore, ma un giorno non lontano sarebbero riusciti a riunirsi grazie ad una collana magica che portavano al collo, su cui compariva, pendente, una piccola metà della mela. Passarono diciotto lunghissimi anni, e nell’altissimo dei cieli, era tempo di dure discussioni da parte degli angeli nei confronti di Dio. Tutti erano al corrente della magica storia di Parthenope e Cimone, tranne quest’ultimi, e tutta la famiglia celeste degli angeli sperava che i due si incontrassero perché con la loro unione, altre diciotto coppie si sarebbero riunite… ma solo se si fossero trovate in quel preciso istante in Piazza del Plebiscito davanti alla Chiesa di s. Francesco di Paola. Ce n’era uno in particolare di angelo che aveva delle pretese abbastanza strane. Ecco, vi racconto quella che lo era di più! Dovete sapere che ad ogni angelo fu affidata una piazza di Napoli da proteggere. Mentre a Piazza del Gesù venivano protetti gli anziani, a Piazza Carità venivano protetti tutti i bimbi, a Cimone fu affidata proprio Piazza del Plebiscito, in cui venivano custoditi gli innamorati.

Durante questo giro di ricognizione sulla terra, naturalmente invisibile agli occhi di noi esseri umani, Cimone vide la donna più bella che si possa mai incontrare se ne innamorò all’istante. Di sera, in paradiso, l’angelo si precipitò da Dio per raccontargli l’accaduto e chiese un incarico come angelo custode. Dopo tante raccomandazioni, Dio gli concesse l’incarico, ma l’Onnipotente sapeva benissimo che era la donna che aveva fatto perdere la testa a Cimone. Se si fossero incontrati si sarebbe avverata la promessa della loro unione. Ma come? Era impossibile, visto che come angelo custode Cimone era invisibile a Parthenope e non avrebbe mai potuto accorgersi di lui.

Intanto Parthenope passava le sue giornate seduta li in Piazza del Plebiscito, fissando il cielo, e riusciva persino a sentire il dolce rumore delle onde che proveniva da Mergellina.

L’anima cominciava ad immergersi in un pensiero, oltre quel mare, lontano, dove la linea dell’orizzonte sembra così vicina da poterla quasi toccare, e invece sempre troppo lontana e irraggiungibile.

Tutti noi abbiamo guardato l’orizzonte con una persona speciale accanto.

Passò un breve periodo e l’angelo Cimone si accorse di volere molto di più che custodire questa dolce fanciulla.

Il fatto che ella non potesse vederlo, lo faceva stare ancora di più in pena. Staccò la sua collana e la gettò ai piedi della chiesa situata in piazza, ma mentre stava per andare via, una voce gli chiese di fermarsi. Cimone si voltò e davanti a lui c’èra Parthenope in tutta la sua bellezza.

“Non sono invisibile ai tuoi occhi, Parthenope?” le chiese Cimone. Ella si avvicinò, lo guardò negli occhi e gli disse: “Sei tu la mia metà…”

Dall’alto dei cieli, una voce potente: “Agli occhi di un’innamorata, il vero amore non è mai invisibile”.

Parthenope rimise la collana a Cimone e nello stesso istante in cui le due metà della mela si unirono, nei dintorni di Piazza del Plebiscito, diciotto coppie avrebbero dovuto innamorarsi. Ma Cimone e Parthenope espressero il desiderio che infinite coppie si potessero incontrare, ed ora, ogni volta che qualcuno passeggia in Piazza del Plebiscito, ha la possibilità di trovare l’anima gemella. Quante volte Parthenope aveva guardato l’orizzonte inconsapevole che la sua persona speciale le stesse accanto. Da mille anni le persone innamorate guardano il mare, da mille anni guardano le stelle e da mille anni Parthenope e Cimone portano l’amore in questa terra, la terra nata per l’amore e che senza amore è destinata a perire, come disse Matilde Serao.

Stretti l’uno all’altra, hanno portato il loro amore sul lungo mare di Mergellina, in Piazza del Plebiscito, sulla finestra di Marechiaro, tra le mura del teatro S. Carlo, al chiaro di luna di Sorrento, all’estremità del Vesuvio, alle possenti mura del Maschio Angioino e del Castel dell’Ovo, fino alla stupenda Posillipo. Tutte queste meraviglie di Napoli hanno fatto da sfondo al loro amore, quando si sono chinati in Piazza del Plebiscito hanno baciato la terra benedetta, quando hanno alzato gli occhi al cielo, un palpito ha loro risposto e fra l’uomo e la natura si è affermato il profondo, l’invincibile amore che li lega, Napoli, la città della giovinezza, Parthenope, la giovane donna e vergine, è l’amore. Napoli è la città dell’amore.

Valentina Matarazzo

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