Carte truccate

Nell’ultimo quarto di secolo la popolazione migrante del mondo è raddoppiata. Oggi duecentocinquanta milioni di persone vivono in un paese diverso da quello in cui sono nate: un essere umano su ventotto. Se i migranti fossero una nazione, sarebbero il quinto paese più popoloso del mondo. E non è che l’inizio: guerre, disuguaglianze e cambiamenti climatici faranno della migrazione di massa il fenomeno umano più significativo del XXI secolo. I paesi ricchi si lamentano a gran voce per la migrazione da quelli poveri. Ma le carte sono state truccate: prima ci avete colonizzato, derubato dei nostri beni e impedito di sviluppare le nostre attività economiche. Poi ci avete fatto venire da voi come «lavoratori ospiti» (forse non sapete cosa significa la parola «ospite» nelle nostre culture), ma ci avete vietato di portare con noi mogli e figli. Poi, dopo aver costruito le vostre economie sulle nostre materie prime e sulla nostra forza lavoro, dopo aver fatto di noi quel che vi pareva, ci avete detto di tornare da dov’eravamo venuti, e vi siete stupiti che non lo volessimo fare. Avete rubato i nostri minerali e corrotto i nostri governi. E ora inorridite quando i più poveri tra noi riescono a passare i vostri confini, non per rubare ma per lavorare, per pulire la vostra merda e scopare i vostri uomini. Eppure avete bisogno di noi per far funzionare i vostri computer e curare i vostri malati e insegnare ai vostri figli, così, a gran detrimento delle nostre travagliate nazioni d’origine, scegliete i migliori fra noi, quelli che si sono fatti un’istruzione, e di nuovo li convincete a lavorare per voi. Ecco come le carte sono state truccate.
Suketu Mehta, La vita segreta delle città, Einaudi.

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