L’ordine del tempo

Ma si può descrivere il cambiamento continuo che avviene nel mondo elementare dei quanti senza ricorrere al tempo? Sì, si può. Lo si fa scegliendo variabili che si possono osservare e misurando come cambiano le une rispetto alle altre: Non c’è nulla di misterioso nell’assenza. È solo la conseguenza del fatto che a livello fondamentale non esiste una variabile speciale. Le cose cambiano, le une rispetto alle altre, come accadono i fatti del mondo gli uni in relazione agli altri. Tutto qui.

Il tempo, come comunemente lo intendiamo, non è una caratteristica di base del mondo, una sua proprietà intrinseca, ma è una sorta di complicata sovrastruttura che informa la nostra esperienza della realtà, una sovrastruttura che ha a che fare con il fatto che le nostre interazioni con il mondo fisico avvengono a livello macroscopico, tagliando il mondo a grosse fette.

Ciò che è proprio, invece, della natura profonda del mondo è il cambiamento continuo di ogni relazione: la realtà fisica che la nostra visione sfocata non coglie è un flusso estremamente complesso di eventi elementari che avvengono a livello microscopico. Tali eventi contengono certamente delle regolarità, ma non c’è nulla, che assomigli alla nostra visione ingenua del mondo, fatta di cose (relativamente) stabili che evolvono nel tempo.

Carlo Rovelli

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