Portiamo pazienza

Continuo a essere convinto di non avere un carattere influenzabile dalle condizioni meteo ma di fatto sembra che almeno in parte sia così. Ora corre un vento furioso che provoca urla e fischi passando attraverso le fessure degli oggetti; ogni tanto picchia contro la persiana e questa si agita spaventata, come una persona ansiosa che dovrebbe scappare da un pericolo ma lo spirito di sopravvivenza le suggerisce soltanto di saltellare sul posto e urlare come una fifona. Cos’è, cos’è, probabilmente si chiede. Questo tempaccio crea scompiglio tra le foglie tranquille degli alberi, sposta con prepotenza gli oggetti leggeri, rende difficoltosi i movimenti. Picchia anziché di accarezzare. Il suo suono è presagio di un mondo esterno ostile che non sembra volere accogliere con facilità persino i movimenti. Dice, Tu vieni e cerca di muoverti, dice, cerca di fare quei passettini verso ovunque tu voglia andare, poi vedremo chi l’avrà vinta. Il vento violento altro non sembra che una razionalità che spinge le persone ad avere i piedi per terra. Per non volare via e rendere impossibile ogni recupero da parte delle autorità addette bisogna avere forza e dosare ogni passo, non lasciare una presa solida senza averne afferrata un’altra in una scalata orizzontale il cui scopo potrebbe soltanto essere andare a comprare il pane. Portiamo pazienza, fino a domani.

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