L’invenzione dell’amore

Ho sempre evitato la parola amore. Un sostantivo svalutato, una moneta tanto usata che ha perso il rilievo, così da poterla accarezzare fra le dita senza percepire alcuna immagine; una moneta con cui non oserei pagare per paura di essere guardato come un truffatore. Mi mettono a disagio le poesie che hanno bisogno di usare questa parola per produrre emozione. Lo so che le canzoni ne sono piene, in tutti i toni, una parola così breve che spesso allungano moltiplicando la penultima vocale – amoooore – o declinandola in tutti i suoi tempi e persone verbali, ti amo, ti ho amato, mi amerai. Qualcuno la usa davvero? Sul serio le coppie si guardano negli occhi e si dicono “ti amo”?

— José Ovejero

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