Vegan Coach

La femmina di ogni mammifero, compreso l'essere umano, produce latte per un solo scopo: nutrire i propri cuccioli dopo la nascita. Questo concetto è di una semplicità disarmante, ma ci sono ancora persone convinte che esista una razza, la “vacca da latte”, che produce latte a prescindere, e che se non viene munta regolarmente “esplode”.
Sul Pianeta si contano circa 250 milioni di vacche da latte, delle quali 2 milioni solo in Italia. La razza bovina frisona è la più diffusa nel nostro paese perché particolarmente adatta alla produzione di latte. In natura, una mucca che allatta il suo vitellino produce circa 4 litri di latte al giorno; una vacca da latte, durante il picco di lattazione, può arrivare a produrne 30 litri al giorno. Le mastiti (infezioni delle mammelle), i problemi di fertilità e le zoppie sono frequenti e per curarle, o anche solo per prevenirle, agli animali vengono somministrati farmaci che inevitabilmente finiscono nel latte prodotto. L'intenso ritmo di produzione a cui le mucche sono costrette, tra gravidanze continue e mungitura, le condanna a una vita triste e molto breve. Di solito, dopo la terza gravidanza le vacche da latte vengono avviate al macello, quando in natura possono vivere fino a vent'anni.
Dato che il latte è per uso umano, il vitellino viene subito sottratto alla madre; così facendo i piccoli non ricevono abbastanza colostro (il primo latte ricco di proteine e anticorpi) e questo li rende deboli di fronte alle infezioni. Vengono nutriti con latte artificiale e mangimi privi di ferro che rendono la loro carne anemica e bianca al contempo, come vuole il consumatore; inoltre vengono costretti a vivere in piccolissimi box che limitano i loro movimenti e quindi lo sviluppo muscolare, che è responsabile della consistenza “dura” della carne. A quattro o al massimo a sei mesi vengono portati al macello.

— Massimo Brunaccioni

Commenti

Etichette

Mostra di più