Non ora, non qui

Non ora, non qui”. Avevi ragione, molte delle cose che mi sono accadute furono errori di tempo e di luogo, cose da dire: non ora non qui. Però a questo vetro d'autobus, mi accorgo di essere in un'ora e in un posto a me riservato da tempo.
Intorno ferve il movimento. Le porte si sono aperte, la gente sale e scende da tutte le parti urtandosi. Mi tengo vicino al vetro, c'è un trambusto, ma tu e io stiamo fermi. Vengono il tempo e l'occasione, vengono quando due persone si fermano: allora si incontrano.
Se uno si muove sempre, impone un verso, una direzione al tempo. Ma se uno si ferma, si impunta come un asino in mezzo al sentiero, lasciandosi prendere da una distrazione, allora anche il tempo si ferma e non è più la soma che sagoma la schiena. Se non lo trasporti si versa, si spande intorno come una macchia d'inchiostro che il mio pennino faceva da solo, dritto in equilibrio sulla carta assorbente, per poi cadere vuoto.
Chi si ferma si incontra, anche una mamma giovane e un figlio anziano. Il tempo fa come le nuvole e i fondi di caffè: cambia le pose, mescola le forme.

— Erri De Luca

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