Entro a volte nel tuo sonno

Ti scrivo da qui, dall’ovunque di te che ogni cosa diventa quando le manchi, mi guardo intorno e vedo la gente trasformata in un popolo che ti somiglia, c’è chi cammina come te, chi ride come te, chi guarda a lungo il cielo come fai tu, e io vorrei essere lì, con la faccia dappertutto su di te, e invece sono qui, con intorno i tuoi occhi a farmi da mare, ieri è perfino affiorato uno scoglio sommerso da anni, a ricordarmi la tua smania da gabbiano di appollaiarti come un flutto in mezzo ai flutti, oggi ha piovuto un po’, una pioggia sminuzzata che batteva sulla tettoia un tempo di biscrome con dentro la tua voce, e anche il tempo che ci separa ti somiglia, è una lunga processione di istanti tutti con te sopra, ma dovresti sbrigarti a tornare, invece di leggere queste cose, perciò la faccio breve e ti saluto da qui, dall’ovunque che sei ogni volta che mi manchi.

Sergio Claudio Perroni

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