Il coraggio del pettirosso

Ma soprattutto, lo dico con un po’ di vergogna, io sentivo e detestavo l'intromissione dentro di me di un uomo - di quello là, mai visto né conosciuto, chi era e chi non era, fascista per di più - che con una trentina di parole e anche meno si era permesso il lusso di schiavardarmi il cervello, o magari l'anima, per strisciarmi nei pensieri e nei sentimenti come fosse casa sua. Come se ci fosse tra noi due un'amicizia di quelle che ci si può permettere ogni cosa. Chi gliela aveva chiesta tutta quella intimità? Avevo la sensazione di essere stato preso nella trappola di parole di un mago ipnotizzatore. Parole che oltretutto non avrei dovuto capirci niente, ma che invece mi pareva di capire. Oppure di essere capito, se preferite.
Maurizio Maggiani

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