Oltre la passione

di Angela Gorgoioli

Tamara oggi si sentiva particolarmente bene, non che negli ultimi tempi fosse stata male, però da quando si era separata da Robert tutto era tornato a sorriderle. Aveva provato un gran vuoto, quando si era trovata sola, abbandonata, ma Robert le era stato vicino aiutandola, tenendole la mano, come si fa con un bambino. Aveva amato talmente tanto Robert, non avrebbe mai pensato che dopo otto anni di matrimonio il suo amore sarebbe svanito come neve al sole. Prima la forte attrazione, poi, piano piano, di quell’ amore era rimasto solo un grande affetto che l’aveva tenuta legata a lui negli ultimi due anni; e, se non fosse stato per lui, forse sarebbero stati ancora sposati.

Robert aveva capito che tra loro non c’era più niente, così si era fatto avanti chiedendo il divorzio. Tamara era stata colta di sorpresa dalla decisione di Robert, ma poi si era resa conto che il loro rapporto si era logorato senza speranza, in una vita che non riconosceva più come sua. Lei si riteneva un tipo passionale sempre pronta a nuove sfide, ma negli ultimi anni del suo matrimonio era caduta in depressione, prima per il figlio che non era mai riuscita a dare a Robert e poi perché si era accorta di non amarlo più, ma questo non aveva mai avuto il coraggio di confessarglielo.

Robert le aveva aperto uno studio fotografico-pubblicitario che le aveva permesso di realizzarsi in qualcosa che le era sempre piaciuto. In questi ultimi quattro anni aveva girato moltissimo e si era dedicata tantissimo al lavoro, stupendo anche Robert che era suo socio in affari

Erano trascorsi quattro anni.

Con la sua laurea in disegno pubblicitario era riuscita a farsi un nome e ora era molto richiesta. Ora cominciava ad avvertire la mancanza di un rapporto di coppia, quell’intimità, la passione che unisce due persone, le mancava un uomo! Con Robert avevano mantenuto l’abitudine di vedersi regolarmente una volta a settimana, di solito il venerdì. Fra quattro giorni avrebbe compiuto trentadue anni! Sentiva che c’era qualcosa che non andava nella sua vita, stava diventando monotona, anche se lei cercava di reagire. Era una donna ancora giovane, non era mai stata bella, nel vero senso della parola, ma piaceva, attraeva gli uomini in modo sfacciato! Molti si sentivano liberi di considerarla una facile preda. Non era stata più con un uomo dopo Robert e non per mancanza di corteggiatori, ma perché non aveva trovato ancora l’uomo che le facesse tremare le gambe e la riempisse di eccitazione. Lei non era una donna facile alle avventure, era molto esigente in un rapporto di coppia e tutti quelli che aveva incontrato fino adesso erano uomini completamente vuoti, volevano solo il suo corpo, mentre lei voleva qualcosa di più! Era una donna indipendente, aveva il suo lavoro, un appartamento, ma ora le mancava un uomo si sentiva vuota e forse innamorarsi di nuovo l’avrebbe tesa di nuovo viva.

Un uomo che la facesse fremere solo con lo sguardo, non avrebbe accettato niente di meno! Il vulcano che era in lei stava per scoppiare e il suo timore era di non trovare l’uomo giusto!

Salutò la sua segretaria e si diresse verso l’uscita, aveva un appuntamento per pranzo con un nuovo cliente; glielo aveva procurato Robert. Si sarebbero incontrati al ristorante, sperava solo che l’uomo in questione non fosse un vecchio noioso. Scese dal taxi e appena entrata si fermò al bar del ristorante.

“Avrei un appuntamento con Samuel Jordan... è arrivato?”

Il cameriere con galanteria si fece strada fra i tavoli pieni del ristorante. “Il signor Jordan la sta aspettando...” Detto questo la lasciò davanti al tavolo, dove era sicura di trovare un noioso signore di una certa età; si stupì invece della giovane età dell’uomo.

“La signora Flay?” Si alzò per darle la mano, sembrò anche lui stupito della giovane età della donna

“Sì... suppongo che lei sia Samuel Jordan?” Si strinsero la mano e all’unisono dissero: “Non la credevo così giovane...”. Si guardarono negli occhi e risero entrambi, fu simpatia al primo sguardo.

“Credo che noi lavoreremo molto bene insieme… non crede?” fece Tamara.

Lui con un sorriso molto attraente le disse: “Allora potremo cominciare dandoci del tu... non credi?’.

Anche lei rise divertita. “D’ accordo Samuel, e che ne dici di mangiare, prima di parlare di lavoro? Io ho una fame da lupo!”

“Accordato...” Mangiarono dall’antipasto al dolce; arrivati al caffé, Samuel le propose di chiedere al cameriere una saletta più appartata per poter parlare d’affari.

“Accordato...” rispose anche lei. Parlarono ininterrottamente per due ore scoprendo molte affinità di vedute, alla fine entrambi furono soddisfatti dell’incontro; ma l’ultima parola provenne da Samuel.

“Ti devo avvertire che qualsiasi nostra scelta decisiva dovrà passare sul tavolo del gran capo..”

“Io ero convinta che la ditta fosse tua e di Robert Dufré!” Lei lo guardò senza riuscire a capire, non sapeva niente di un terzo socio.

“In definitiva è così, ma mio fratello Victor, ovvero il gran capo, mi ha dato una scadenza, devo dimostrargli che sono in grado di farcela da solo.”

“Non capisco...”

“Non c’è molto da dire, questa ditta di pesce in scatola è stata acquistata esclusivamente per me, da mio fratello, lui è nell’ambiente alberghiero; essa non sarà mia finché non gli dimostrerò che so cavarmela da solo, mi ha anche trovato un socio, non molto giovane ma veramente esperto, da affiancarmi, e lo conosci già.”

Lei lo guardò dall’ altra parte del tavolo senza riuscire a dire una parola. Era un uomo giovane, ma come faceva a sottostare a queste condizioni, suo fratello doveva essere proprio un dittatore. Samuel avendo intuito i suoi pensieri le disse: “So cosa pensi... ha trentatré anni ed è ancora sotto l’ala del fratellone, e hai ragione, ma, sai, io fino a un anno fa ero un nullafacente e Victor mi ha sempre mantenuto; mi ha dato un ultimatum quando gli ho detto che volevo sposarmi... Non ha nessuna intenzione di mantenere anche mia moglie e i miei futuri figli...”.

A quel punto lei gli si avvicinò e gli disse: “Fino a due minuti fa ho pensato a questo Victor come a un tiranno, ma devo ricredermi. Credo che abbia ragione... e i tuoi genitori cosa dicono?’.

“Oh! Loro non ci sono mai, da quando ha lasciato il lavoro mio padre ha lasciato tutto nelle mani di Victor, per andarsene in giro per il mondo. Due mesi a Parigi, altri tre a Roma...”

“Beh! È giusto che si godano la vita dopo tanti sacrifici...”

“Sì, hai ragione, mio padre ci ha dato sempre tutto, e ora tocca anche a me dimostrargli quello che valgo!”

“Credo che sia il minimo, non sei più un ragazzino, e poi la tua fidanzata cosa ne pensa?”

Lui la guardò imbronciato, come un bambino che non riesce ad avere quello che vuole.

“È per lei che faccio tutto ciò... su queste cose lei somiglia molto a mio fratello; è la ragione per cui la sposo, solo una donna come lei può frenare l’inguaribile ragazzino che c’è in me!”

Lei gli diede una pacca sulla spalla e con un sorriso gli disse: “Sono molto felice per te, è molto difficile trovare una persona con cui si possa condividere tutto!”. Detto questo si alzò e raccolse le sue carte, chiudendo la ventiquattrore. Poi aggiunse: “Possiamo ritenerci fortunati, al primo incontro siamo riusciti a metterci d’accordo quasi su tutto. Tanto lavoro per me risparmiato”.

Lui la guardò sorridendo mettendosi la giacca e infilandosi le chiavi dell’auto in tasca. “Ti consiglio di aspettare a tirare un sospiro di sollievo, mio fratello non ha ancora dato la sua approvazione, e mi dispiace dovertelo dire, ma è vero quello che hai pensato prima, sul lavoro è un despota!”

Lei lo guardò restituendogli il sorriso e con fare molo tranquillo gli disse: “Mi sono sempre piaciute le sfide...”. Con aria maliziosa continuò: “E sposato?”.

Samuel ci pensò un attimo, non se lo immaginava proprio suo fratello alle prese con una donna indipendente ed emancipata come sembrava Tamara, aveva visto accanto a lui solo donne accondiscendenti sempre pronte a dire “Sì signore”, t’immagini che scintille! Neanche la sua povera moglie era riuscita a tenergli testa.

“È vedovo da cinque anni.., ha due figli, uno di dodici anni, Andrea, e l’altra di quindici, Sofia. Diciamo che solo con loro è dolce e tenero!”

“Oh! Scusami, io non volevo essere indiscreta...’ Si avviarono verso il bar.

“Non ti preoccupare, non gli dirò niente. A proposito, quando potrò mostrargli i primi bozzetti?”

Lei prese la borsa, trovò un suo biglietto da visita e glielo porse. “Domani è sabato e non sarò in ufficio, ma in ogni caso ci lavorerò sopra, magari lunedì chiamami e potremo metterci d’ accordo!” Si salutarono con strette di mano, e quando lei era già salita su un taxi, Samuel la richiamò.

“Tamara...?’

Lei si voltò guardandolo.

“Domani sera ci sarà una grande festa alla nostra villa, che ne dici di venire? Potrei presentarti Victor...”

“Quelle grandi, sontuose feste con tutti pezzi grossi?”

Lui annuì con un cenno della testa.

“No, grazie, preferisco andare in un locale più modesto a ballare.”

“Allora a lunedì...” Samuel si allontanò.

Tamara doveva sbrigarsi, era stata bene con Samuel, ma per parlare con lui aveva fatto molto tardi e ora doveva correre perché Robert sarebbe passato a prenderla fra circa due ore.


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