Nel cuore della notte

Rime, versi, componimenti: che effetto hanno sulle persone? E sulla nostra esistenza? Lagne distanti, scuola dell’obbligo, un sonetto recitato bene da un attore in televisione e ascoltato distrattamente. Ora noi abbiamo lo sguardo perso nella notte profondissima che stiamo attraversando e ci sembra impossibile che le parole di un poeta abbiano un pur minimo impatto sulla massa di esseri umani che si muove per il mondo. Eppure, tanto per fare un esempio, i terroristi amano le litanie poetiche. Se le ripetono in testa, o ad alta voce, prima di immolarsi. Che cos’è Dio, se non un ritorno all’ecolalia infantile, al balbettio dell’uomo quando sbuca sul pianeta? Un tremito. Le parole seducono, ci muovono, agitano la politica. Pensa agli slogan. Che ne so, quello di Eisenhower, «I like Ike», bastò a fargli vincere le elezioni. Pensa al Cantico dei Cantici. Allitterazioni, anafore, paronomasie: parole astruse che l’uomo della strada non conosce e che però lo guidano nella sua scelta. Segui il pifferaio, perché sa come ammaliare il tuo udito. Naturalmente c’è chi lo fa in buona fede e chi in mala fede, ma scrivere è sempre sedurre, adescare, portare a te. Anche quando si dice l’opposto.

Marco Rossari - Nel cuore della notte – Einaudi 2018

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