Diario di poeta e mare

Il mare intero sale e scende, in uno sperpero di forza, di grazia e d’armonia. Le onde provano tutta la loro gamma, in una finzione magica. Galoppano come puledri, s’aprono come arbusti, s’alzano come montagne, si estendono come valli, e ridono e piangono, parlano diffusamente e tacciono di colpo, e vivono del cielo e lo negano, si vestono di broccati e di sete e si spogliano tutte. La suggestione dell’acqua resa umana è evidente. In tal modo chiama la sua occulta bellezza, che, col solo dire alla nostra anima: “vieni con me”, se la porta via. E il corpo allora, persuasivo, trascina l’anima stordita, con un grande sforzo delicatissimo, dalla murata alla cabina.

Juan Ramón Jiménez 

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