La moltiplicazione di un seme

Ogni qualvolta guardavo l’immagine di quei due bimbetti - una coppia in miniatura - mentre si baciavano con buffo, timido e imbarazzato trasporto, restando tuttavia impegnati a tenere gli occhi bene aperti uno sull’altro come la loro infantile curiosità esigeva, immediatamente mi compariva agli occhi la romantica visione di noi due che ci baciavamo, all’identico modo. Lo facevamo da adulti, certo, ma con la medesima fresca e tenera curiosità, con la medesima sensazione che qualcosa di proibito, oltre che nuovo perché mai provato, fra noi stesse per accadere dopo quel nostro bacio, benché questo fosse ormai giunto al suo ennesimo ripetersi. Sì, noi due proprio così: come due timidi e tremanti innamorati che ancora non sanno di esserlo, ma che tuttavia si riconoscono, giacché entrambi sono adepti di una società quasi segreta e forse a rischio d’essere considerata fuorilegge, nell’ormai ipertecnologico e ipervirtuale presente. Una società quasi segreta che si fregia di un nome nobile e antico, un nome ormai, tranne tra gli adepti, pressoché in disuso: “Tenerezza”.

Giulia Cingerte

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