L'uomo sincero

[…] L'uomo che io chiamo sincero fa tutto il contrario. Nelle cose perfettamente indifferenti, poco o nulla lo tocca quella verità che invece l'altro rispetta così tenacemente, e non si farà scrupoli a divertire la compagnia con fatti controversi, ma da cui non risultino giudizi ingiusti né a favore né contro altre persone, vive o morte che siano. Ma qualunque discorso suscettibile di creare danno o vantaggio per qualcuno, disprezzo o stima, lode o biasimo verso la verità e la giustizia è una menzogna che non si avvicinerà mai al suo cuore, né alla sua bocca o alla sua penna. Egli è saldamente sincero anche contro il proprio interesse, pur senza far mostra di esserlo nelle conversazioni amene: egli è sincero perché non cerca di ingannare nessuno, per la sua fedeltà tanto alla verità che lo accusa quanto a quella che lo onora, e perché non la imporrà mai a proprio vantaggio né per nuocere al nemico. È questa dunque la differenza tra il mio uomo sincero e quell'altro: che l'uomo considerato sincero dal mondo è rigorosamente fedele alle verità che non gli costano nulla, ma non oltre; mentre il mio non serve mai così fedelmente la verità come quando per essa occorre immolarsi.

— Jean-Jacques Rousseau, Le passeggiate del sognatore solitario

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