Sovrinformazione

“Se, come affermava Platone, anche i muri delle città educano i cittadini, a cosa possono educare i muri delle nostre città e delle nostre periferie? Mi pare che possano semplicemente educare a essere consumatori e utenti frustrati nella migliore delle ipotesi, o “piccoli selvaggi” ribelli nella peggiore. Un'urbanizzazione, il più delle volte brutta e senz'anima, e una pubblicità aggressiva e onnipresente non contribuiranno a costruire personalità forti e indipendenti capaci di resistere alla manipolazione mediatica e alla propaganda politica che ne è divenuta un sottoprodotto. Stando all'analisi di Jacques Ellul, l'eccesso di informazione, la “sovrinformazione”, diventa disinformazione e, unita alla pubblicità commerciale e politica, si trasforma in propaganda e manipolazione. Si tratta di una vera e propria opera di intossicazione. Ivan Illich considerava la creazione di bisogni attraverso la pubblicità come una “reificazione” alienante: “Avere sete significa avere bisogno di Coca-Cola! Questa sorta di reificazione è il risultato della manipolazione dei bisogni umani attraverso grandi organizzazioni che sono riuscite a dominare l'immaginario dei potenziali consumatori”.”

— Serge Latouche, La scommessa della decrescita, Feltrinelli, 2009; p.106.

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