Ciapel

Mio padre è sempre stato un contadino, anni fa coltivava un podere sulle colline di Vignola per un periodo subì decine di furti di attrezzi agricoli e nafta. L’esasperazione era arrivata a tal punto che un giorno decidemmo di appostarci e ad un certo punto ecco i ladri!

Cominciammo a ricorrerli, poi ne prendemmo di mira uno giù per la collina del Gessiere, mio padre che gridava “ciapel” (prendilo) e io che correvo come un forsennato all’inseguimento del ladro, poco prima di arrivare alla strada mi butto e cadiamo assieme, poi lo blocco, lo giro…era un ragazzo, avrà avuto 17-18 anni biondo, tremava coma una foglia, era terrorizzato da quello che avremmo potuto fargli, si mise a singhiozzare, riusciva solo a dire non fatemi del male…mio padre mi guarda e mi dice "lascialo andare”, entrambi pensiamo: ma cosa stiamo facendo…proviamo a chiedergli il perché di quel gesto, a spiegargli quanto sia dura la vita nei campi, ma non riusciamo poi ad andare oltre un non farlo più, il ragazzo non riesce a far altro che proteggersi il volto con i gomiti…trema ancora senza sosta, lo guardo, in realtà nella caduta mi son fatto più male io di lui… ma mi viene solo da chiedergli a quel punto se si è fatto male…non ha la forza di rispondermi…io gli dico vai, non farlo più…lui non se ne va è come rintronato, ha lo sguardo assente…gli ridico vai …e finalmente comincia incredulo ad andarsene.

Ci avevano rubato a più riprese il motosega, una botte intera di nafta, il decespugliatore ed altri attrezzi… ma a me e a mio padre dopo la rabbia per i furti e l’adrenalina dell’inseguimento ci era rimasta una sola enorme tristezza per averlo inseguito e preso, per fortuna non si era fatto male, ma era bastato leggere il terrore nei suoi occhi per vederci specchiati dentro, come due bestie a caccia della preda, provavamo a quel punto compassione per quel ragazzo ma ancor più per noi. Molto meglio sarebbe stato non acchiapparlo rimanendo nella convinzione di essere nel giusto…senza quella sensazione di essere diventati quasi peggio di lui, di essere passati dalla ragione al torto marcio. Non ci rubarono mai più niente. (anche senza l’esecuzione capitale sul posto del ladro).

Mi ero dimenticato di questa storia, mi è venuta in mente oggi pensando all’episodio dell’uccisione del ladro a Bazzano, anche in quel caso un ragazzo che rubava attrezzi agricoli. Non mi permetto di giudicare il custode che ha sparato. Non credo sia preoccupato delle traversie legali a cui andrà incontro, ha trovato uscendo un ragazzo disteso a terra, credo che non troverà mai più pace per tutta la vita, che maledirà per sempre quella pistola e di averla usata.

Mi hanno però colpito i commenti spietati e superficiali delle persone o quello di Salvini che hanno detto che morire è il giusto rischio connesso al mestiere di ladro, che siamo tutti custodi, il custode invece è solo, un povero signore di 68 anni, gli altri non hanno idea di quello che si prova a sparare ad un ragazzo e trovarlo disteso morto davanti alla porta di casa, specie quella moltitudine di persone che dice che avrebbe fatto lo stesso. Come si faccia a pensare che quel ragazzo abbia meritato di morire proprio non lo capisco, non capisco come non si faccia a capire che a tutti, specie da ragazzi, capita di fare errori, grandi o piccoli, di commettere ingenuità, di sbagliare, certo che si devono pagare le conseguenze dei propri errori, ma con una misura e una giustizia che solo la legge può definire, che andare a rubare disarmati degli attrezzi agricoli in un fienile non è la stessa cosa di entrare con un kalashnikov al Bataclan e sparare all’impazzata su una folla innocente, quando avrete esaurito le parole sprezzanti e le pene di morte per uno che muore rubando un motosega che parole vi rimarranno per i formidabili genitori di Valeria Soresin (la ragazza uccisa al Bataclan), a proposito dei “vorrei vedere se venissero a rubare a casa tua”.

A casa mia hanno rubato a più riprese e io so chi è diventato da grande quel ragazzo, ha una famiglia e dei figli, una persona che si guadagna onestamente da vivere. Io sono solo felice che quel ragazzo si sia costruito una bella famiglia e una vita dignitosa, mai e poi mai mi verrebbe in mente di pensare che non meritasse quella vita per il furto di un motosega.

Roberto Adani

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