Tutte le Bufale del fascismo

In attesa del 25 Aprile (per i rimbambiti dei banchi in fondo: NON È UNA FESTA COMUNISTA) svolgo un servizio di pubblica utilità: ecco smontate tutte le fake news costruite dal fascismo e che dopo quasi un secolo continuano a esserci propinate, perfino dai politici.

26 Gennaio 2016, Matteo Salvini a Radio Capital: “Guardi che durante il periodo del fascismo si siano fatte tante cose e si sia introdotto ad esempio il sistema delle pensioni, è un'evidenza. Poi evidentemente le leggi razziali e le persecuzioni sono quanto di più folle in assoluto nella storia dell'universo. Però dirlo mi sembra negare l'evidenza… Che le paludi siano state bonificate in quel periodo si può dire?“.

Giornata della Memoria, 27 Gennaio 2013, Milano, Silvio Berlusconi: “Per tanti versi Mussolini ha fatto bene ma il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa”
E ancora, Berlusconi per il settimanale britannico The Spectator: “Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino”.

12 Marzo 2019, Antonio Tajani, europarlamentare ed ex presidente del Parlamento Europeo a Radio 24: “Mussolini? Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s'è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro paese, poi le bonifiche. Da un punto di vista di fatti concreti realizzati, non si può dire che non abbia realizzato nulla”

Affermazioni scandalose, ma c’è qualcosa di vero?
“Mussolini ha istituito le pensioni”: Mussolini fu presidente del Consiglio del Regno d'Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943. Il primo sistema di garanzie pensionistiche (solo per gli impiegati del pubblico e per i militari) fu istituito dal governo Crispi nel 1895. Tre anni dopo il governo Pelloux estende le garanzie pensionistiche a una serie di categorie lavorative e fonderà il primo istituto antenato dell’Inps. Infine nel 1919, governo liberale di Vittorio Emanuele Orlando, il sistema viene imposto a tutte le aziende come obbligatorio: da quel momento tutti i lavoratori italiani ebbero per diritto la pensione.
E Mussolini? Ha aggiunto la f all’Inps (divenne infatti Inpfs sotto il fascismo) come forma di propaganda. Ecco come nasce la bufala del fascismo che ha creato le pensioni. Nei fatti, Mussolini concentra tutte le funzioni welfare sotto la Cassa Nazionale col risultato di provocare l’appesantimento del sistema e la sua progressiva inefficienza. Priva inoltre i lavoratori di un diritto fondamentale: quello allo sciopero. Mette sotto giogo anche i datori di lavoro vietando allo stesso modo la serrata.
“Mussolini il bonificatore di Littoria”: il grande miracolo sarebbe costituito dal fatto che nessuno prima del fascismo era riuscito a bonificare quelle aree, ma è stato proprio così o siamo ancora una volta di fronte a bugie propagandistiche? Mussolini aveva promesso di restituire all'agricoltura 8 milioni di ettari di terreni riqualificati. In realtà, dieci furono gli anni di tentativi e fallimenti, che causarono lo spreco di un’infinita quantità di denaro pubblico (finiti, come accade sempre con il fascismo, nelle tasche di amici di amici e collettori di consenso del regime). Dopo 10 anni ecco che il governo annuncia il successo! 4 milioni di ettari riqualificati! Meraviglioso, risultato incredibile! Oh-oh, altra fake news. La verità è che i lavori completi o a buon punto arrivano a poco più di 2 milioni di ettari. E di questi due milioni, un milione e mezzo erano bonifiche concluse dai governi precedenti al 1922. Insomma, non dal fascismo. In pratica era stato portato a termine poco più del 6% del lavoro. De Felice, uno dei più autorevoli storici del fascismo, certifica che i risultati, nel complesso, furono inferiori “alle aspettative suscitate nel Paese dal battage propagandistico messo in atto e finirono per non corrispondere all'entità dello sforzo economico sostenuto”. A riuscirci saranno poi i governi del Dopoguerra, grazie ai fondi del Piano Marshall e della Cassa del Mezzogiorno.
“Mussolini ci ha dato le case popolari, che uomo! Che salvezza!”: e no, carini. La prima legge sulle case popolari è del 1903, per iniziativa del deputato liberale e poi Presidente del Consiglio, Luigi Luzzatti, appunto detta Legge Luzzanti, che istituì l’ICP (Istituto Case Popolari). Già nel 1906 l'ICP aveva completato le sue prime realizzazioni, fra le quali quelle al quartiere Flaminio a Roma. Su quella scia proseguirono fino agli anni 20 del Novecento i maggiori progetti di sviluppo urbano nelle grandi città oltre a Roma anche Torino, Napoli, Milano, con istituti a Varese, Venezia e Treviso. L’unico tocco “decisivo” del fascismo, nel 1935, è quello di gestire il sistema a livello provinciale.Come in altri campi della cosa pubblica, anche nell'edilizia popolare il fascismo si limitò a porre sotto il proprio controllo e ribattezzare strutture amministrative nate nell’Italia liberale. Mentre Mussolini voleva realizzare un “quartiere fascista” a Roma, l’EUR, progetto che rimase incompiuto, la situazione abitativa in Italia rimase emergenziale anche negli anni più tardi del fascismo. Anzi, la carenza di alloggi fu aggravata dalla decisione di Mussolini di portare l’Italia in una guerra mondiale, il che provocò la rinuncia alle case che già c’erano: due milioni di vani andarono distrutti e un altro milione fu danneggiato (ovviamente, in guerra).
“Gli italiani eravamo più ricchi!“ sicuro sicuro? Sotto il fascismo si allargò tremendamente il divario sociale. I ricchi diventavano più ricchi e i poveri sempre più poveri. Le diseguaglianze sociali si allargarono dunque. Inoltre la ricchezza media italiana era ancor più inferiore di quella del cittadino europeo rispetto agli anni precedenti. Numericamente: nel 2019 il reddito medio italiano è circa il 90% di un Paese europeo avanzato come la Francia. Negli anni Trenta era il 33%.
“Mussolini era femminista” l’unica parte che mi piaceva del fascismo e invece eccomi qui, che mi preparo ad essere delusa ancora una volta dal “regime”. Indovinate un po’ qual è stato il periodo peggiore per le donne in Italia? Proprio così, il fantastico ventennio. Mussolini adottò una politica anti-femminista, impose alla donna l’esclusivo ruolo di madre-casalinga, facendo della maternità, oggetto di pubblica esaltazione a sostegno della forza nazionalista dello Stato. Lo stato fascista vietò l’uso di anticoncezionali e il ricorso all’aborto, nessuna forma di educazione sessuale era concepita. Da un manuale d’igiene divulgato dal regime alla fine degli anni ‘30: “Lo scopo della vita di ogni donna è il figlio. La sua maternità psichica e fisica non ha che questo unico scopo.” A sollevare i temi dell’emancipazione femminile era stato il Movimento Socialista, mentre la donna era allora emarginata dalla vita politica e privata dei suoi diritti, quei diritti che oggi per noi sono irrinunciabili, beh all'epoca del fascismo non ce n’era l’ombra, tutt'altro.
Giusto per non farvelo dimenticare e per contestare Berlusconi. Siamo sicuri che Mussolini abbia “copiato” le leggi razziali da Hitler e non il contrario? Le leggi razziali fasciste furono applicate in Italia a partire dal 1938. Nel 1936 l’Italia completò la conquista del Corno d’Africa. Il “corpo dei bianchi” italiani divenne l’ossessione di Mussolini. L’Etiopia divenne oggetto di una imponente campagna denigratoria e poi fu trasformata nel teatro di una politica di segregazione e di razzismo istituzionalizzato, vera anticipazione delle leggi razziali del 1938. Al regime fascista si deve il triste primato della formulazione dell’idea del “prestigio” della razza, un concetto differente e complementare rispetto al razzismo meramente biologico propinato dal nazionalsocialismo. La colonia divenne il laboratorio delle crudeltà atte a sedare a ridurre all'obbedienza gli “inferiori” (es. l’utilizzo indiscriminato di gas contro l’esercito etiopico, una rigida politica di separazione razziale, per evitare ogni mescolanza ed ogni “diminuzione” di prestigio razziale dei bianchi italiani).
Vi fa ancora così schifo il 25 Aprile, l’anniversario della liberazione d'Italia? Non c’entra niente col comunismo. Per quanto ancora disprezzerete il profumo impreteribile della libertà? Diteglielo al “signor” La Russa che ci sono altri 364 giorni di un anno in cui può “celebrare i morti di Coronavirus” e che il 25 Aprile è e sarà sempre nostro. Di noi italiani. Italiani liberi.
“È sempre bene ricordare che i fascisti, se oggi possono permettersi di essere fascisti, lo debbono anche a mio nonno partigiano, ché se vincevano i fascisti io oggi mica lo potevo dire di essere antifascista”.
«Qui vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti li avessero aperti
per sempre alla luce.»

G. Ungaretti - Per i morti della resistenza (Nuove, 1968-1970)

[Fonti: i miei libri di storia, Enciclopedia Treccani e “Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo” a cura dello storico Francesco Filippi. Notizie verificabili su qualunque libro di storia e sul web (siti ufficiali per favore)]

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