Analenko, Bezpalov, Baranov e i liquidatori che a Cernobyl salvarono il mondo

Il 26 aprile 1986 all'una di notte nella centrale nucleare di Černobyl' si verifica uno degli incidenti più catastrofici di sempre. L'esplosione del reattore numero 4 provoca un violentissimo incendio e l'emissione di una nube tossica che travolge le città più vicine e poi si sposta verso il cuore dell'Europa. Si registrano livelli radioattivi un miliardo di volte superiori a quelli normali. Di fronte al disastro le autorità sovietiche cercano di occultare la verità. Solo quando in Svezia i rilevatori della centrale di Forsmark segnalano l'accaduto vi sono le prime ammissioni.

A Černobyl' arrivano i liquidatori. Saranno 600 mila nel corso dei mesi che serviranno a mettere in sicurezza il sito. Scarsamente equipaggiati e privi di mezzi, erano in parte inconsapevoli dei rischi che correvano. Tra loro tecnici, ingegneri, vigili del fuoco, soldati e volontari attratti da alcune promesse governative. Rimossero i detriti dell'esplosione, interrarono il materiale radioattivo, costruirono il sarcofago e soprattutto di spegnsero il gigantesco incendio divampato nella centrale.

I primi ad arrivare furono i vigili del fuoco che, privi delle protezioni necessarie, furono falcidiati dalle radiazioni. Costatata la difficoltà a raggiungere via terra il reattore si decise di utilizzare gli elicotteri. Arrivarono centinaia di velivoli per sganciare tonnellate di sabbia, boro, piombo e argilla sul sito. Vennero portati a termine ogni giorno decine di voli: uno di questi si schiantò, uccidendo i passeggeri.

Tra i protagonisti di quella storia vi sono anche Ananenko, tecnico dell'industria nucleare, Bezpalov, ingegnere della centrale e Baranov, giovane operaio, che una volta spento l'incendio si offrirono volontari per svuotare le piscine d'acqua radioattiva poste sotto al nocciolo del reattore, le quali rischiavano di innescare una nuova esplosione. Si immersero per aprire le valvole manuali dei circuiti facendo defluire milioni di litri d'acqua, esposti a forti radiazioni. Diventati popolari con una serie televisiva, si pensava che fossero morti in seguito all'esposizione alle radiazioni. Ananenko è ancora vivo, è in pensione e vive sempre in Ucraina. Baranov pare sia morto in seguito a problemi di cuore nel 2005. Su Bezpalov si sa poco ma pare sia ancora vivo, sebbene con gravi problemi di salute relativi all'età avanzata.

Quasi nessuno conosce il loro nome e quello degli altri che in quei giorni terribili ebbero comportamenti eroici oppure semplicemente non si tirarono indietro mentre buona parte dell'establishment sovietico di Černobyl' fuggiva verso zone sicure.

Salvarono il salvabile, misero in sicurezza la centrale. Morirono a migliaia.

L'URSS gli dedicò una medaglia e qualche monumento. Gli stati nati dalla sua dissoluzione disattesero in buona parte le promesse fatte ai liquidatori, dimenticandosi di questi eroi e del loro coraggio.

Cannibali e Re - Cronache Ribelli

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