Libero De Libero

Canto nero

Se alla mia sorte io guardo
fu l’infanzia in una casa
cresciuta come falsa pianta
ai pranzi delle date:
si andava in sonno all’inferno,
giugno a dicembre gemello,
quattro mura e una scala.
D’allora sperso com’acqua
di fiume in fiume, straniero
marciatore rammento paesi:
di giorno alberi amici,
il passero di notte
e fieno di nuova luna.
Alla fonte calpestata
non torna il lupo.

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