Il gatto che non sapeva miagolare

C’era una volta una signora che aveva un bellissimo gatto dal folto pelo bianco e nero, ma che aveva un difetto. Non sapeva miagolare: sbuffava, fischiava, faceva una specie di rutto, borbottava ma miagolare, niente. Quando la notte gli altri mici sui tetti intonavano il loro miao-concerto, lui stava zitto e se provava a fare un verso, tutti lo prendevano in giro. Allora la signora pensò di rivolgersi al più bravo gattologo della città, un veterinario che aveva risolto casi complicatissimi. Lo studio del veterinario era piena di cani zoppi, gatti con un occhio pesto, c’era anche un cane così alto che era pieno di bozzi perché sbatteva nel soffitto e un pesce rosso che non sapeva nuotare. Il veterinario esaminò con cura il gatto. Gli aprì la bocca, gli tirò fuori la lingua. Gli tastò la pancia e il torace, lo studiò pezzo per pezzo. Finché arrivò alla coda che era molto folta e disse: “Aha! ecco il problema” “Quale problema?” chiese la signora. “Vede signora, moltissimi strumenti devono avere un buco per suonare e far passare l’aria. Se io chiudo l’imboccatura di un trombone o tutti i tasti di un clarinetto, o metto dell’ovatta dentro una zampogna l’aria non esce e lo strumento resta silenzioso, e l’altro buco,(quello del sedere) ne convenga, è meglio che suoni il meno possibile”. Ciò detto Il veterinario mise le mani nella folta coda del gatto e scoprì che c’era un grosso nodo. Il miagolio, che deve vibrare per tutto il corpo del gatto, era bloccato dalla coda annodata. Il veterinario sciolse il nodo, il gatto aprì la bocca e: Miaooooooooooooooooooooooooo Un miagolio bellissimo, potente, musicale gli uscì dalla bocca. Da allora nelle notti di luna, il gatto che aveva la coda annodata miagola così forte che tutte le gatte si innamorano e tutti gli tirano le scarpe.

Stefano Benni

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