Il mondo solidale è in mare

Migranti in mare, l'odissea dei 400: solo le Ong non hanno ammainato la bandiera dell'umanità L’odissea dei 400, in balia del mare, nel Mediterraneo centrale, alla ricerca di un porto sicuro in cui poter approdare. La Guardia costiera italiana è intervenuta per prestare assistenza alla Louise Michel, la nave battente bandiera tedesca finanziata da Banksy, che ha soccorso nelle ultime ore 130 migranti. Vista la pericolosità della situazione, la Guardia costiera ha inviato sul posto una motovedetta classe 300 di Lampedusa che ha imbarcato le 49 persone ritenute più vulnerabili, ovvero 32 donne, 13 bambini e 4 uomini a completamento dei nuclei familiari. Anche il cadavere dovrebbe essere portato sulla terraferma. La nave battente bandiera tedesca Louise Michel, finanziata dall'artista di strada britannico Banksy, aveva continuato a lanciare SOS via Twitter, denunciando una situazione a bordo ormai insostenibile ed una Europa che "ignora i nostri appelli di emergenza per un'assistenza immediata". "L'equipaggio è riuscito a mantenere stabile la Louise Michel per quasi 12 ore. I nostri nuovi amici ci hanno detto che hanno già perso 3 di loro nel loro viaggio. Con il cadavere nella nostra unica zattera di salvataggio, sono 4 le vite perse a causa di Fortress europe... e stiamo ancora aspettando". Così in un tweet. (...) L'Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati e l'Oim Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, chiedono lo sbarco immediato di oltre 400 rifugiati e migranti soccorsi ed attualmente a bordo di tre navi nel Mediterraneo centrale. Un gruppo di 27 migranti e rifugiati, fra cui una donna incinta e dei bambini, partiti dalla Libia, sono a bordo della Maersk Etienne da un periodo inaccettabile di tre settimane dal loro salvataggio, avvenuto il 5 agosto. Occorre trovare una soluzione e fornire urgentemente alla nave un porto sicuro per lo sbarco. Una petroliera commerciale non può essere considerata un luogo adatto a trattenere persone bisognose di assistenza umanitaria o che potrebbero aver bisogno di protezione internazionale. Una volta raggiunta la terraferma potranno essere attuate le misure appropriate di prevenzione del Covid-19. (...) La Open Arms, nave umanitaria dell’omonima Ong, ha lasciato il porto di Burriana, in Spagna, per far rotta verso il Mediterraneo centrale. A bordo un equipaggio di 20 persone, tra le quali un medico, un infermiere e un mediatore culturale di Emergency Emergency e Open Arms uniscono di nuovo le forze per tornare sul confine più letale del pianeta e soccorrere donne, uomini e bambini che fuggono da guerre e violenza mettendo a rischio la propria vita. La partenza avviene a un anno di distanza dalla missione 65, durante la quale 107 naufraghi sono stati trattenuti a bordo della Open Arms al largo delle coste di Lampedusa per oltre 20 giorni e che ha portato all’apertura di un’indagine per sequestro di persona a carico dell’ex ministro degli Interni. (...) “Da inizio anno 514 migranti sono annegati nel Mar Mediterraneo, oltre due morti al giorno, trasformando quelle acque in un cimitero. L’Europa maschera i respingimenti illegali con il proprio supporto alla Guardia Costiera libica che, dal 2017, ha riportato indietro circa 40.000 persone in un Paese in guerra, dove i diritti umani vengono sistematicamente e costantemente violati. Non esiste alcuna missione di ricerca e soccorso comune e, con il pretesto del Covid-19, i governi ostacolano ulteriormente le organizzazioni della società civile che operano in mare, camuffando tali decisioni come politiche di tutela della salute pubblica. Ma per l’Emergency, che dal 1994 cura le vittime dei conflitti e conosce molto bene i paesi di provenienza e di transito da cui scappano queste persone, l’imperativo morale non può che essere quello di soccorrere chi fugge dall’inferno alle porte di casa nostra. (...) La missione si atterrà strettamente ai principi della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e della Convenzione di Ginevra. Il mondo solidale è in mare. Sono altri ad aver ammainato la bandiera dell’umanità.

Umberto De Giovannangeli

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