El Mozote

L'11 DICEMBRE DEL 1981 I MILITARI SALVADOREGNI MASSACRARONO GLI ABITANTI DI EL MOZOTE, NONOSTANTE NON AVESSERO MAI APPOGGIATO LA GUERRIGLIA. MORIRONO 1000 INNOCENTI, QUASI LA META' AVEVA MENO DI 10 ANNI

"Iniziammo a sentire l'odore da chilometri di distanza". Per la giornalista Alma Guillermoprieto le tracce erano evidenti, erano nell'aria. Centinaia di corpi abbandonati nel villaggio, senza sepoltura. Gli occhi dei civli erano terrorizzati. Quelli dei soldati gelidi, freddi. Ad El Mozote era accaduto qualcosa di gravissimo.

11 dicembre 1981. Nel Salvador imperversava la lotta tra il governo ed i ribelli dell'FMLN. I primi appoggiati prevalentemente dagli USA, mentre i guerriglieri erano supportati dai sandinisti del Nicaragua e da Cuba. Il sostegno a questi movimenti era fortissimo nelle campagne, con il governo che si ritrovò presto a ricorrere agli squadroni della morte addestrati dagli americani. Questo obiettivo giustificava, secondo il governo e i loro alleati statunitensi, il massacro indiscriminato di civili che supportavano la guerriglia dando loro riparo, cibo e supporto.

Ma non era questo il caso di El Mozote. Il FMLN aveva infatti ottenuto l'appoggio della popolazione cattolica del paese, vicina alla teologia della liberazione. El Mozote era un villaggio protestante ed evangelico, che guardava con sospetto alle simpatie comuniste del movimento. Il villaggio divenne infatti un punto "neutrale" nell'area di conflitto, con il quale i guerriglieri si limitavano a commerciare di tanto in tanto. Quando si sparse la voce dell'arrivo dei soldati governativi uno degli uomini più ricchi del villaggio, Marcos Diaz, era stato rassicurato del fatto che i soldati sarebbero solo transitati e non avrebbero disturbato nessuno. Una promessa che non venne affatto mantenuta. Il 10 dicembre i soldati arrivarono ed iniziarono a rastrellare le case, separando gli uomini dalle donne e rubando gioielli e beni preziosi. Quello che avvenne il giorno dopo viene riportato dai pochi, pochissimi sopravvissuti. Gli uomini vennero massacrati per primi, alcuni vennero sparati a bruciapelo, altri fatti a pezzi con i machete. Le donne, rinchiuse nella chiesa, vennero selezionate e portate in altri edifici dove verranno stuprate e poi uccise. Subirono questa sorte anche ragazzine di soli 12 anni. Infine, toccò ai bambini, uccisi anche loro dalle armi da fuoco, sbatutti violentemente a terra, sgozzati con i coltelli. Non si ebbe pietà per nessuno, neanche per i neonati. Delle circa 1000 persone che persero la vita, quasi la metà avevano meno di 10 anni. E vennero uccisi di nuovo quando, pochi anni dopo la fine della guerra civile, si decise di concedere l'amnistia a tutti coloro che avevano combattuto, inclusi i responsabili a tutti i livelli di questo massacro. Solo nel 2011 il governo salvadoregno si è scusato e si sta provando a punire chi ordinò e chi eseguì questa atrocità. Per ora, purtroppo, senza molto successo.

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