Upgrade

Formazione, cultura, conoscenza condivisa, alfabetizzazione digitale, studio e comprensione della complessità; sono alcune delle regole ferree a cui dovremmo attenerci per poter applicare una nuova cultura al lavoro e farlo diventare davvero  “agile”. Senza trascurare i diritti e i doveri dei lavoratori di ultima generazione. Agile non può ovviamente significare “schiavo”, ma nemmeno disinteressato e disimpegnato. In altre parole, stiamo entrando in una dimensione del lavoro diversa da quella precedente, e che deve essere completamente studiata e nuovamente codificata, prima di essere realizzata. E questa full immersion forzata, cui siamo stati tutti costretti, ora che abbiamo nuovamente la possibilità di scegliere, non deve trasformarsi in una parentesi inutile e dannosa, bensì, in una utile fase di laboratorio da cui ricavare indicazioni importanti per realizzare un vero “upgrade” del mondo del lavoro.

Dall’articolo "Per favore non chiamiamolo Smart Working" su Lsdi.it

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