Marcos

Lui è Marcos. Vive ad Anora, in Spagna. È il più piccolo di tre fratelli. È il 1949. Ha 3 anni. La madre muore di parto, il padre non perde tempo e si risposa. In un attimo, i fratelli di Marcos vengono spediti dai parenti, lui è troppo piccolo, non lo vuole nessuno. La sua nuova mamma lo odia, lo maltratta, lo picchia, lo lascia senza cibo per giorni. Marcos ha 8 anni. Il padre e la moglie decidono di disfarsi di lui. Lo affidano a un pastore, un uomo anziano, di poche parole, ma che lo tratta bene. Marcos impara a curare gli animali, ad accendere il fuoco, a costruire trappole con rami e foglie. Passa qualche anno. Il pastore muore, Marcos è di nuovo solo. Di tornare a casa non se ne parla, meglio il freddo e la fame piuttosto che le botte. Marcos vaga per i boschi, si rifugia in una grotta e si addormenta. Un rumore lo sveglia. Si guarda intorno. Sgrana gli occhi. Accanto a lui ci sono dei cuccioli. Mamma lupa entra in quel momento. È appena stata a caccia, in bocca ha del cibo. Marcos è immobile, terrorizzato. La lupa lo annusa, mostra i denti, poi prende un pezzo di carne e glielo offre. Marcos non riesce a crederci. Lo addenta. La lupa si sdraia al suo fianco, lo lecca. Adesso fa parte della famiglia. Marcos impara a ululare, a ringhiare, passa le giornate a correre per i boschi. È felice. Cresce. Ha 19 anni. Dei militari della Guardia Civil lo avvistano, lo catturano, lo mettono su un furgone e lo portano in città. Marcos guarda il suo bosco allontanarsi, piange. Finisce in orfanotrofio. Le suore si prendono cura di lui, lo lavano, gli danno una stanza per dormire. Marcos annusa il letto, poi prende le coperte e dorme per terra. Lo portano dal barbiere. È terrorizzato, ha paura che gli taglino la gola. Gli manca la montagna, il silenzio, la sua famiglia di lupi. Passano i mesi. Marcos conosce un poliziotto in pensione, gli racconta la sua storia, l’uomo decide di aiutarlo. Lo adotta, gli dà un tetto e un lavoro. Marcos potrebbe scappare, ma è grato a quell’uomo, resta al suo fianco fino a quando muore. Ora è di nuovo solo. Libero. Molla tutto, corre nei boschi. Ulula di gioia.

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