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Simone Weil (Parigi, 3 febbraio 1909 – Ashford, 24 agosto 1943) “Comunque si travestano linguisticamente il fascismo e la democrazia o la dittatura del proletariato, il nemico capitale resta l'apparato amministrativo, poliziesco e militare; un nemico non identificabile con quello che ci sta di fronte, identificabile perché si presenta come nemico dei nostri fratelli, bensì è il nemico che dice di essere il nostro difensore, mentre ci rende schiavi. In qualunque circostanza il peggiore tradimento possibile consiste sempre nell'accettare la subordinazione a questo apparato e nel calpestare in se stessi e negli altri, per servirlo, tutti i valori umani”. 

 [Simone Weil, Riflessioni sulla guerra, in Incontri libertari, traduzione di Maurizio Zani, Elèuthera, Milano, 2001

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