La piccola Emma

SERVI DEL NAZISMO ANCHE DURANTE L’OLOCAUSTO. QUANDO I FASCISTI FACEVANO DA MANOVALANZA PER CATTURARE E DEPORTARE MIGLIAIA DI PERSONE VERSO MORTE CERTA 

Al momento della cattura la bambina Calò Emma, di anni 6, impaurita si aggrappò, piangente, alla veste della portiera, cercando aiuto e protezione. I coniugi Berna, commossi, pregarono il funzionario perché desistesse dal suo proposito, ma questi fu irremovibile.” Così viene descritto in un verbale l’arresto della piccola Emma, che venne catturata con la mamma, i fratelli e i nonni in uno stabile romano il 14 marzo 1944. Ad arrestarla non furono le terribili SS, ma semplici funzionari di polizia italiani, così come accadde a tanti altri negli anni della R.S.I. La piccola Emma, così come sua madre, dopo essere stata trasferita a Fossoli, verrà condotta ad Auschwitz. Entrambe non faranno ritorno. Il fascismo del ventennio promulgò le leggi razziali, con tutte le nefaste conseguenze del caso, mentre quello della Repubblica Sociale partecipò in maniera determinate all’Olocausto contribuendo a catturare, imprigionare e deportare parte degli ebrei presenti in Italia. Nel 1943 nelle zone controllate dalla R.S.I vi erano circa 43.000 ebrei. Di loro 8000 vennero condotti nei lager nazisti, appena 610 sopravvissero. Se da un lato infatti numerosi italiani si adoperarono per nascondere e salvare renitenti alla leva, dissidenti politici ed ebrei, furono, purtroppo, migliaia i nostri connazionali che collaborarono attivamente alle deportazioni mettendosi al servizio della macchina di sterminio nazista. Le ricerche dimostrano in maniera inequivocabile il ruolo avuto dai gruppi paramilitari fascisti. Dalla banda Kock alla Guardia nazionale repubblicana, dagli uomini della legione Muti alla milizia fascista, nessuno si tirò indietro in questa sporca pagina di storia. Ai rastrellamenti e alle operazioni di imbarco verso i lager parteciparono anche le forze di polizia, carabinieri, guardia di finanza. Così come numerosi membri delle amministrazioni locali fornirono un supporto logistico e burocratico determinante. Chiaramente non mancarono nemmeno casi di singoli civili che denunciarono persone che si erano nascoste. A sovrintendere alle operazioni, l’ispettorato della razza, creato da Giovanni Preziosi, delirante ideologo della purezza nostrana. Sotto la sua egida vennero stilati nuovi criteri per inasprire nella R.S.I la vecchia legislazione razzista. E Mussolini? Mussolini sapeva tutto. Già nei primi mesi del '43 era stato perfettamente informato da Ciano su quello che avveniva nei campi di sterminio tedeschi. In seguito appoggiò l’attività di Preziosi e del suo ispettorato senza alcuna remora. Ancora oggi certa propaganda tende a minimizzare l’accaduto. Ebbene, se non fossero stati catturati dai fascisti, molti uomini e donne non avrebbero finito le loro vite in un lager. 

Cronache Ribelli

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