Mari mai così caldi, presto record di uragani
Per fare comprendere di quanto calore si tratti i ricercatori stessi hanno utilizzata una curiosa equivalenza: quella con il calore prodotto da 630 miliardi di asciugacapelli in funzione giorno e notte per un anno intero. Franco Reseghetti del Centro ricerche ambiente marino Santa Teresa dell’Enea … si è ulteriormente sbizzarrito individuando che tale aumento corrisponde a 20 mila volte i consumi di energia elettrica del nostro paese nel 2019. Al di la’ dei suggestivi parallelismi, un’impennata mai vista.
«IL 90% DEL CALORE del riscaldamento globale finisce negli oceani quindi in realtà il “riscaldamento globale” non è altro che il riscaldamento dell’oceano», sottolinea l’altra co-autrice italiana dello studio.
Acque più calde anche solo di un grado scatenano un susseguirsi di effetti disastrosi, per esempio nella catena alimentare: una serie di ondate di calore che hanno interessato il Nord est pacifico nelle ultime decadi hanno determinato una riduzione drastica delle riserve marine globali di cibo; l’espansione volumetrica dovuta al riscaldamento è fra i fattori principali dell’innalzamento dei livelli marini.
MA A CAUSA DEL RUOLO che le acque svolgono nel modulare il clima della terra, questo progressivo riscaldamento diventa ancora più grave. Oceani più caldi portano ad un riscaldamento maggiore dell’atmosfera e un’atmosfera più calda provoca piogge più intense, un numero maggiore di tempeste e uragani, per giunta di maggiore intensità, aumentando anche il rischio di inondazioni. Il 2020 è stato ricco di eventi estremi a conferma di questa dinamica. E di come tutto il pianeta sia interessato dal fenomeno del riscaldamento, non solo qualche area specifica.
(…) IL MAR MEDITERRANEO anche in questa occasione si rivela un ecosistema strategico quanto fragile: la ricerca vi ha registrato il tasso di incremento più alto al mondo. … IL MESSAGGIO È SEMPRE più chiaro quindi anche da parte degli oceani: bisogna ridurre le emissioni di gas serra per evitare conseguenze drammatiche per tutta l’umanità. Anche questi dati ci dicono che bisogna fare in fretta: più tiriamo la corda, più ritardo accumuliamo nel prendere provvedimenti, minore e più lenta sarà la loro efficacia. Sono necessari cambiamenti immediati, strutturali e duraturi: lo testimonia anche l’effetto risibile sulla diminuzione dei livelli di gas serra provocato dal lockdown mondiale e anche il fatto che i dati mostrano che a riscaldarsi di più sono le acque più profonde. Si tratta quindi di un processo che è iniziato da tempo e che ha bisogno di altrettanto tempo per invertire la rotta. Mentre noi di tempo non ne abbiamo più.
Serena Tarabini “Il Manifesto”
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