Profughi

CENTINAIA DI MIGLIAIA DI TEDESCHI FURONO UCCISI DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE - TRA POLONIA E CECOSLOVACCHIA - E MILIONI ESPULSI, EPPURE LA GERMANIA NON USEREBBE MAI LA STESSA RETORICA DELLO STATO ITALIANO SULLE “FOIBE”

Tra le altre cose a Yalta, nel febbraio 1945, si discusse della questione dell'espulsione dei tedeschi dai paesi europei dopo la fine della guerra mondiale, dicendo che gli ulteriori morti che ci saranno prima del termine del conflitto creeranno spazio per i profughi. Profughi provenienti da mezzo mondo.

Tedeschi espulsi dagli USA, dal Sud America, dall'Africa, dai Balcani, dal Belgio, dalla Jugoslavia, dalla Romania, dall'Ungheria e soprattutto dalla Polonia e dalla Cecoslovacchia.

Attenzione, in molti di questi casi parliamo di persone di origine tedesca che da decenni (anche secoli) vivevano in territori come la Prussia Orientale e i Sudeti, non solo delle recenti migrazioni figlie dell’espansionismo nazista.

Proprio dalla Cecoslovacchia vennero cacciati 3 milioni di tedeschi. Espulsioni che vennero anticipate da violenze di massa efferate. Secondo i dati di una commissione storica ceco/tedesca 5.558 tedeschi si suicidarono e 20.000 di loro morirono durante gli sfratti coatti e le espulsioni. In Polonia andò anche peggio. Difficile dare delle cifre precise ma si va nell'ordine di centinaia di migliaia di morti. Prima della politica espansionistica degli anni '30 e dei crimini efferati compiuti dalla Germania nel corso della Seconda guerra mondiale le comunità tedesche in diversi paesi europei erano ben integrate e stabili.

Ma ora ci chiediamo cosa succederebbe se in Germania, invece di ricordare i crimini del nazismo, si dedicasse una commemorazione a queste vittime tedesche innocenti, dimenticandosi le efferatezze delle SS e della Gestapo? Che poi è esattamente quello che ha deciso di fare lo Stato Italiano quando ha istituito una giornata del Ricordo (parziale), in cui non si fa menzione dei crimini compiuti nei Balcani dall’esercito italiano durante la Seconda guerra mondiale o dal fascismo nelle terre di confine. Noi come sempre riaffermiamo che gli oppressi e gli oppressori attraversano i confini statuali, ed esacerbare o addirittura inventare contrapposizioni identitarie è uno strumento utile ai potenti per mantenere lo status quo. Per questo oggi ricordiamo tutte le vittime innocenti, quelle italiane, ma anche quelle slovene, croate e montenegrine e quelle di ogni altro paese in guerra; non dimenticando mai che la guerra va disprezzata, esattamente come chi la scatena.

Cannibali e Re - Cronache Ribelli 

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