Hutu

Perché ci sono degli "Hutu" che non fecero più ritorno in patria nonostante l’accordo di pace che prevedeva permessi a milioni di loro di fare ritorno? Le cause sono lontane... Ebbene una delle tante è rappresentata dal genocidio Ruandese, in cui persero la vita oltre un milione di persone, principalmente della comunità di Tutsi. Le ostilità fra Tutsi e Hutu erano un effetto inevitabile del dominio coloniale. I Tutsi avevano uno status sociale più elevato e, con l’arrivo dei belgi sul territorio, fu affidato a loro il potere religioso. L’introduzione delle carte d’identità nel 1930 segnò rigidamente la separazione fra le due comunità, in base alle caratteristiche somatiche: l’antropologia razzista teorizzò che si trattasse di due razze diverse, decretando i Tutsi intrinsecamente superiori, in quanto più vicini agli Europei. Con la fine del potere coloniale le ostilità si inasprirono e per 30 anni si susseguirono guerre civili, finché, nell’indifferenza della comunità internazionale, "Radio Mille colline" annunciò il massacro degli "scarafaggi", il 7 aprile 1994, la stirpe dei Tutsi. La pace apparente, stabilita dopo la guerra fece in modo che governassero tutti insieme. Tanto è vero che Congo e Ruanda decisero insieme un intervento militare e muscoloso per porre fine al disastro nella zona. Ciò avvenne con la pressione internazionale che minacciava crimini di guerra se non avessero agito in quel modo. Quelli che vagano nel Nord Kivu, di cosa vivono e di cosa si armano? Comprando il colbat, il Coltan, diamante, da questi venduto a pochi soldi. La verità è che alla fine, tutti noi, camminiamo con un pezzo di Congo in tasca, pensiamo ai nostri cellulari, le batterie sono fatte con il coltan. Ma tutti dimenticano i bambini congolesi costretti a estrarlo lavorando duramente ed esponendosi a rischi gravi per la salute. Nessuno si preoccupa del Congo che resta nel dimenticatoio del mondo. L’80% della produzione mondiale del Colbat e Coltan provengono dal Congo. Sarebbe ora di iniziare a pensarci seriamente. 

Soumaila Diawara

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