Il vagabondo delle stelle

Sono morto di gelo, di penuria, in battaglia, nelle alluvioni e per mangiare ho raccolto bacche sulla brulla dorsale del mondo, scavando le radici di terreni paludosi e di prati fertili. Ho inciso l’immagine della renna e del mammut irsuto sulle zampe d’avorio procurate con la caccia e sulle pareti di pietra nelle caverne, il nostro ricovero durante le mugghianti tempeste invernali. Ho spaccato ossa sino al midollo dove secoli prima della mia epoca le città imperiali erano andate distrutte o erano destinate a essere edificate secoli dopo la mia morte. E ho abbandonato le ossa delle mie effimere carcasse in fondo agli stagni sulle ghiaie glaciali e nei laghi di catrame.

Ho attraversato epoche che gli scienziati chiamano Paleolitico, Neolitico, Età del Bronzo e mi ricordo di quando portavamo il gregge di renne a pascolare sulle coste settentrionali del Mediterraneo, dove oggi ci sono Francia, Italia e Spagna, insieme ai lupi domestici. Ciò accadde prima che lo scioglimento della coltre glaciale retrocedesse verso il polo. Sono morto e sopravvissuto durante tante processioni degli equinozi, caro lettore…solo che io me lo ricordo e tu no.

Jack London

Commenti

Etichette

Mostra di più