La morte dentro

LA MORTE DENTRO: L'ORRORE DELLA GRANDE GUERRA NEGLI OCCHI DI UN SOLDATO AFFETTO DA "SHELL SHOCK"

L'artiglieria, la carica contro le trincee nemiche. È un massacro, intorno i cadaveri dei compagni morti. Sotto il fuoco delle mitragliatrici, torni nella tua fangosa trincea. E si ricomincerà il giorno seguente, per strappare un fazzoletto di terra al nemico. Difficilmente arriveremo mai a capire l'orrore della guerra di trincea durante il primo conflitto mondiale, lo sperpero inutile di vite umane deciso a tavolino da generali che spesso consideravano i soldati solo numeri.

Non tutte le ferite di chi combatté durante la Grande Guerra erano ben visibili sul corpo. Altre si annidavano dentro l'uomo, nella sua mente. Nei suoi occhi.

È il caso del soldato di questa celebre foto, una delle prime a mostrare chiaramente un soldato affetto da quella che verrà definita la sindrome da "shell shock". Questo disturbo post-traumatico da stress verrà descritto per la prima volta sulla rivista The Lancet nel 1915. Presto si scoprirà che era collegato direttamente all’esperienza della guerra, e alle sue orribili conseguenze. Molti soldati riporteranno danni permanenti, anche a causa di terapie spesso inadeguate.

In particolare nell'autunno del 1917, nei pressi del villaggio belga di Passchendaele, si svolge una battaglia che, nel mondo anglosassone, diventerà sinonimo di inutile massacro. Centinaia di migliaia di inglesi e tedeschi moriranno in uno dei tanti confronti della Prima guerra mondiale. Il soldato "protagonista" dell'immagine, sulla sinistra, è rimasto ferito al braccio. Ma ben più profonde sono le ferite interiori, quelle che si intravedono osservando lo sguardo perso e allo stesso tempo isterico del ragazzo di nazionalità australiana.

Con la fine della guerra, nel 1918, non terminerà la sofferenza delle decine di migliaia di soldati affetti da shell shock. Molti non riusciranno ad essere più gli stessi e alcuni troveranno nel suicidio l'unica via di uscita dall'orrore della guerra di trincea.

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