I vecchi

I vecchi, quando piangono, non si fanno vedere,
perché non c’è nessuno che ha tempo di ascoltare
i pensieri e i tormenti; sotto i capelli bianchi
hanno sguardi perduti e gli occhi opachi e stanchi.
I vecchi, quando piangono, c’è sempre una ragione:
per le forze che mancano, per qualche delusione.
I vecchi sono soli con i loro pensieri,
hanno un filo di fiato, son pieni di dolori.
I vecchi, quando piangono, piangono senza lacrime;
sentono sempre freddo, per colpa dell’anagrafe;
passano notti in bianco e aspettano il mattino
alternando ai respiri i cattivi pensieri.
I vecchi, quando piangono, li assale la tristezza;
quando non c’è nessuno a far loro una carezza
ripensano al passato con un futuro vuoto,
accarezzano il gatto o baciano una foto.
I vecchi, come i libri poggiati su scaffali,
a volte impolverati, a volte spaginati,
son posti in spazi angusti, illuminati male,
sperando che qualcuno li vada a salutare.
I vecchi ridono anche, ridono con stupore
quando il pensiero vola e torna al primo amore.
I vecchi sono fragili, sono come i cristalli,
delicati e preziosi, sono come i gioielli.
I vecchi hanno sofferto per la guerra e la fame,
ma hanno tante storie belle da raccontare;
basta trovare il tempo, stare zitti e ascoltare;
dai vecchi, lo sappiamo, c’è solo da imparare.

Claudio Cucchiella

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