Presto anche gli italiani saranno profughi climatici

Centinaia di morti e migliaia di dispersi in Germania e Belgio a causa di piogge torrenziali e alluvioni. Più di 700 vittime in Canada per il caldo. Innumerevoli incendi in boschi e foreste del Nord America e temperature primaverili persino al Polo Nord e al Polo Sud. Gli allarmi degli scienziati degli ultimi decenni sono stati sistematicamente ignorati, così ora il cambiamento climatico sta presentando il conto anche nella ricca Europa, dove eventi atmosferici estremi sono sempre più frequenti e bisognerà imparare a fare i conti, negli anni a venire, con inondazioni, ondate di caldo torrido e incendi. E dove, tra non più di 30-40 anni, si registreranno centinaia di migliaia di profughi climatici. (...) Già: in Canada, vicino Vancouver, si sono sfiorati i 50 gradi. Una settimana fa a nord del Circolo Polare Artico ci sono stati 34 gradi, ma questi dati li abbiamo osservati un anno fa anche in Siberia e nessuno dimenticherà gli incendi del Natale 2019 in Australia. Insomma, ogni volta ci stupiamo di quello che avviene, ma ogni volta dimentichiamo tutto troppo in fretta e non prendiamo i provvedimenti di correzione del cambiamento climatico di cui avremmo estremo bisogno. Nei prossimi anni possiamo aspettarci solo un peggioramento della situazione, possiamo però scegliere di quanto peggiorare. L'accordo di Parigi dice chiaramente che se interromperemo l'emissione così massiccia di gas serra potremo contenere l'aumento della temperatura nel limite di due gradi entro la fine del secolo. Se invece non faremo nulla e continueremo ad adottare un modello economico predatorio e inquinante l'aumento della temperatura, entro il 2100, sarà di 5 gradi. Si tratterebbe di uno scenario catastrofico soprattutto per le generazioni future. (...) lo scenario attuale è irreversibile. Indietro non si torna – se non in tempi millenari – perché i danni climatici sono già in corso. Possiamo solo contenere il disastro, ma abbiamo poco tempo, non più di 10 anni. Se non lo faremo, se continueremo ad adottare la strategia "business as usual", cioè l'espansione economica senza freni, entreremo nella traiettoria peggiore, quella dell'aumento di 5 gradi entro fine secolo. E come detto, sarà una catastrofe. (...) In futuro, però, non fuggiremo solo dal caldo: tra una trentina d'anni chi vive nel Delta del Po o nella laguna veneta dovrà scappare perché avrà il mare nel salotto di casa. Anche in Italia, come in molte altre aree del pianeta, ci saranno profughi climatici: sta già accadendo in Florida e Bangladesh. Anche noi avremo profughi climatici interni a causa dell'innalzamento dei livelli dei mari. (...) Inoltre fermerei il consumo di suolo: stiamo depauperando una risorsa non rinnovabile che ha molto a che fare con il clima e con le alluvioni. Ovviamente più cementifichiamo, più prepariamo il terreno a nuove inondazioni come quelle che si stanno abbattendo in questi giorni in Germania e Belgio. Se non fermiamo il consumo di suolo sarà inutile impiantare nuove pale eoliche o pannelli solari: sarebbe come continuare a dare veleno a un malato intossicato. 

Luca Mercalli A cura di Davide Falcioni

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