C’era una volta un re

 C’era una volta un re che disse al suo servo: “raccontami una storia” e il servo incominciò.

E cominciò a raccontare di un vescovo americano, predatore sessuale, e di seminaristi abusati, di giovani vittime devastate, di alti prelati complici di coperture.

Ma il servo non si risparmiò e accusò anche il re di sapere e di aver fatto finta di non sapere, di aver negato di sapere e di aver cacciato dalla sua corte chi affermava di sapere.

C’era una volta un re, acclamato da tanti, troppi, che non governava solo la sua corte ma voleva influenzare la politica dello Stato che ospitava il suo.

Tutti lo osannavano e qualcuno lo avrebbe voluto anche come capo del proprio partito, o come Presidente del consiglio, o come Presidente della Repubblica.

Ma lui non avrebbe potuto accettare altre cariche perché era già il re dei pedofili.

C’era una volta un re che sapeva di essere il re dei pedofili e faceva finta di essere dispiaciuto e andava in giro per il mondo a chiedere scusa, ma poi faceva fare carriera ai pedofili.

C’era una volta una monarchia di soli maschi, fatta di predatori sessuali seriali ma anche fatta da chi, non essendo predatore, proteggeva chi lo era.

C’era una volta un re che ora dovrebbe dimettersi, ma non lo farà.

Democrazia Atea

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