Cesare pavese

IN MEMORIA DI CESARE PAVESE, MAESTRO SENZA TEMPO

Il 27 agosto 1950 nell'albergo Roma, a Torino, moriva suicida Cesare Pavese. Prima di ingerire i barbiturici che lo uccisero, sulla prima pagina dei Dialoghi con Leucò, che si trovava sul tavolino accanto a lui, aveva scritto: «Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.»

Vogliamo ricordarlo con le parole di Fernanda Pivano, traduttrice, critica, scrittrice, giornalista e soprattutto sua allieva.

"Quella sera aveva inghiottito la sua polvere assassina; nessuno di noi gliela aveva tolta dalle mani. Ci ha perdonato, ci ha chiesto perdono. Di che cosa, Pavese? Che cosa le avevo fatto, che cosa mi aveva fatto, che cosa ci aveva fatto dopo aver aiutato decine di scrittori a farsi conoscere, con quel suo viso tragico che aveva dimenticato il sorriso, quella sua vita segreta che non aveva svelato a nessuno, quella sua infinita conoscenza del mondo che non le è bastata per sopportarlo."

Poeta, traduttore, scrittore, intellettuale senza tempo, non possiamo che sperare che la sua memoria, storica e poetica, cammini sempre al fianco delle nuove generazioni.

Che possa continuare ad essere maestro di tutti noi.

Cannibali e Re

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