Iracondo e violento

IRACONDO, VIOLENTO CON LE DONNE E ONNIPRESENTE NEI BORDELLI. IL DUCE CHE NESSUNO VUOLE RACCONTARE

Dalla propaganda fascista Mussolini è sempre stato descritto come padre nobile della Patria, lucido, saggio e soprattutto animato da profondi valori tradizionali. Dopo la caduta del regime molto è stato scritto su di lui, molto anche sulla sua vita privata ma certi dettagli sono stati spesso taciuti o lasciati nella penombra, come se far emergere le contraddizioni tra la il duce uomo e il duce politico fosse qualcosa di sbagliato, di indecente. Noi invece apparteniamo a quel filone di pensiero secondo cui “il personale è politico” e viceversa.

I comportamenti di Mussolini infatti non sono da valutare in un’ottica moralista, che chiaramente non ci appartiene, ma come conseguenza delle sue idee e della sua impostazione politica. In particolare il rapporto del Duce con il sesso femminile è sempre stato analizzato secondo un’unica chiave di lettura: Mussolini grande amatore desiderato da migliaia di donne. Se è vero che il Duce aveva una folla pressoché sterminata di ammiratrici, c’è però da dire che il suo modo di intere le relazioni era privo di ogni sentimento e improntato alla dominazione fisica della partner.

Mussolini, fin da giovane, era noto per il suo insaziabile appetito sessuale che nemmeno le continue visite nei bordelli riuscivano a contenere. L’ossessione del Duce per le case chiuse era tanto forte che confessava di dover immaginare che tutte le sue partner sessuali fossero delle prostitute altrimenti non riusciva ad eccitarsi. Ne conseguivano rapporti brevissimi e violenti, che per sua stessa ammissione in certi casi erano paragonabili a veri e propri stupri. Rapporti talmente frequenti e continui che Mussolini aveva selezionato alcuni suoi collaboratori per leggere le missive e valutare le fotografie di tutte le donne che gli scrivevano, al fine di selezionare quelle più procaci e adatte a lui (sposate e vergini). Donne da cui ebbe svariati figli illegittimi che poi il fratello Arnaldo si premurava di mantenere con i soldi pubblici.

Solo recentemente storici come Bosworth hanno ricostruito questo aspetto maniacale del Duce, che emerge anche i diari di Margherita Sarfatti, una delle sue delle amanti più longeve che imperversò nella politica italiana fino a quando dovette lasciare il paese a causa delle leggi razziali, poiché ebrea. Dal suo memoriale, recentemente ritrovato e pubblicato, emerge un Mussolini iracondo, cocainomane, inebriato da presunti incontri col Demoni e completamente ottenebrato dall’onnipotenza del potere che andava conquistando.

Ecco, insomma, chi era lo “statista” che ha guidato il nostro Paese, una persona sistematicamente violenta e desiderosa di sfogare sulle donne i suoi più bassi istinti di dominio; un individuo che chiedeva obbedienza e disciplina agli altri ma passava più tempo ad occuparsi dei propri maniacali appetiti che della cosa pubblica.

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