Il mondo è e basta

Il mondo è e basta. Credo di potermi definire un animista. La mia religione è simile a quella dei nativi americani. Vedo un anima in tutto quello che tocco e che guardo. Da un po' di tempo a questa parte, poi, riesco a non sentirmi più né competitivo né in conflitto con il naturale. Ogni volta che l'uomo ha voluto rendere comprensibile ciò che non lo è, come per esempio, l'animo umano, allora sono sorte le scuole, le religioni, le filosofie. Tutti tentativi di chiarificazioni che partono da assiomi, cioè da certezze o regole precostituite, ma non spiegate, da cui poi nascono quelle ossessioni comportamentali che noi siamo soliti chiamare fondamentalismi. Conosciamo solo qualcosa di molto personale, impreciso, mutevole. Solo il contatto con il sé più profondo, il contatto con la nostra indicibile profondità, porta alla comprensione e alla trasformazione di quei disagi di cui abbiamo parlato prima. Una trasformazione che ha qualcosa anche di artistico perché porta, in qualche modo, a trasformare le contrarietà in qualche cosa di bello e, quindi, di utile. Qualcosa che trasmette il desiderio di contemplazione.

 Fabrizio De André Da un'intervista alla rivista "Re Nudo", 1997. (da Fabrizio De André)

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