L'emergenza climatica

 Gli Stati erogano 11milioni di dollari al minuto di sussidi alle industrie petrolifere inquinanti

L'emergenza climatica sta presentando il conto: ondate di caldo, incendi, improvvisi uragani e trombe d'aria si verificano sempre più spesso anche a latitudini in cui finora questi fenomeni erano del tutto sconosciuti. Concetti come “transizione ecologica” e “green economy” sono entrati nel dibattito politico quotidiano, ma tra le parole e i fatti sembra esserci ancora un abisso. Lo dimostra un'analisi condotta dal Fondo Monetario Internazionale, secondo cui le grandi industrie che estraggono petrolio, carbone e gas – ovvero fonti fossili non rinnovabili – beneficiano ogni anno di 5,9mila miliardi di dollari di finanziamenti pubblici: una cifra esorbitante, pari a 11milioni di dollari al minuto. Quale altra industria può contare su aiuti simili da parte degli Stati? Probabilmente nessuna. Così facendo – denuncia però proprio l'FMI – non si fa altro che gettare benzina sul fuoco su una crisi climatica dai contorni già drammatici.

(…) “La riforma dei prezzi dei combustibili come petrolio, carbone e gas è quanto mai urgente”, hanno affermato gli analisti del Fondo Monetario Internazionale, secondo i quali la fine dei sussidi alle industrie inquinanti scongiurerebbe almeno un milione di morti all'anno e farebbe risparmiare ai governi migliaia di miliardi di dollari.(…) “Per stabilizzare le temperature globali dobbiamo allontanarci urgentemente dai combustibili fossili, invece di aggiungere benzina al fuoco sovvenzionando le industrie. È fondamentale che i governi smettano di farlo e cerchino invece di accelerare la transizione energetica a basse emissioni di carbonio”.

di Davide Falcioni

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