Rilassare la mente, rilasciare il corpo

Il termine “rilassare” è abbastanza appropriato se viene riferito alla mente, se ad esso diamo il senso di «regolare l'attività mentale allentando le tensioni innescate dai "contenuti" incontrollati” (pensieri, emozioni, sensazioni, timori...)».  Per quanto riguarda il corpo, soprattuto nel lavoro interno (Nei Gong, Qi Gong, arti marziali) è meglio però utilizzare il verbo “rilasciare”.  Il termine “rilasciare” indica infatti un particolare tipo di rilassamento volontario, attivo e continuo, capace di liberare il corpo (e il movimento) da ogni tensione nociva, sgravandolo da ogni sensazione di sforzo. Ciò costituisce il presupposto fondamentale per coltivare l’energia interna (Qi Gong) e imparare a convertirla in “forza interna” (il "Jin" delle arti marziali... interne)  Rilassare lo "spirito" è fondamentale, ed è la prima cosa da fare per frenare l’iperattività della mente superficiale che tende a indurre nel nostro corpo tensioni inutili, contrazioni involontarie o, addirittura, spasmi dolorosi.  Poi occorre coltivare il “rilasciamento attivo del corpo”, quello che i cinesi chiamano “Song”, che ha come scopo la regolazione volontaria del tono muscolare (eutonia) e la rimozione di tutte quelle tensioni che non concorrono positivamente nel creare un movimento fluido, nel mantenere una postura corretta.  In questo modo è possibile riguadagnare l'abilità di regolare armoniosamente le tensioni dei muscoli, evitando il “troppo” ma anche il “troppo poco”, così come fa un bravo musicista.  Si tratta quindi di un lavoro paragonabile all’accordatura di un violino o di una chitarra, le cui corde devono rispondere a precise e nitide “note”, ancor prima di cimentarsi nell’esecuzione della musica. Nel nostro caso: la musica generata dal corpo in movimento.  

via Fajin - Taijiquan e cultura orientale

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