Educare all'eguaglianza, al cambiamento, alla lotta

LA STORIA DI LUISA CAPETILLO, LA PRIMA DONNA A PORTARE I PANTALONI IN PUBBLICO A PORTO RICO

L’educazione al centro di tutto. L’educazione delle donne, per liberarsi del dominio patriarcale e per poter crescere a loro volta cittadini liberi e consapevoli. L’educazione degli operai e delle operaie, perché si potesse superare la lotta per un suffragio fondamentale ma in fondo insufficiente se la classe lavoratrice non fosse riuscita a contare qualcosa. Per Luisa Capetillo il femminismo e la lotta di classe si intersecavano, l’una non aveva ragione di esistere senza l’altra.

Siamo a Portorico, Luisa nasce nel 1879. Il femminismo, la lotta per l’uguaglianza, l’anarchismo, il vegetarianesimo, l’amore libero, sono tutti temi che influenzano e formano Luisa, che dai primi anni del ‘900 avvia una vasta produzione letteraria. Riviste, libri, articoli di giornale, attraverso cui Luisa parlava di emancipazione delle donne e della classe operaia, tenendo l’una sempre accanto all’altra e sempre attraverso l’educazione e la cultura. Lei per prima infatti lavorava anche nelle fabbriche di tabacco, soprattutto come “lectora”, leggendo quindi libri e giornali internazionali ai lavoratori durante i turni.

Vivere a stretto contatto con operai e operaie, oltre a rafforzare in lei il legame ideale tra femminismo e lotta di classe, la avvicinò sempre più al sindacalismo, facendola diventare una delle figure principali delle lotte sindacali portoricane; viaggiò per anni, con in testa l’idea che “la tirannia, come la libertà, non ha patria, come neppure gli sfruttatori nè i lavoratori”. Viaggiò sostenendo che il cambiamento sociale passasse non solo per i grandi risultati come il suffragio universale, ma anche per l’educazione dei singoli individui e i piccoli gesti. Gesti come quello che nel 1915 fece a Portorico, quando divenne la prima donna a portare i pantaloni in pubblico. Luisa affrontò lo scandalo e la causa in tribunale con la tranquillità di chi sapeva che quello era solo un minuscolo tassello di una lotta infinitamente più grande.

Luisa non si fermò mai, non smise mai di scrivere e di dire ciò che pensava, né di organizzare scioperi e manifestazioni; fin quando una tubercolosi non la portò via dalle fabbriche e dalla macchina da scrivere, nel 1922.

Cannibali e Re

Commenti

Etichette

Mostra di più