La torre italiana che estrae l'acqua dal deserto

Una torre capace di ricavare acqua potabile per i luoghi più aridi e poveri del mondo.

Il progetto Italiano ideato dall’architetto Arturo Vittori, nasce in seguito ad un viaggio in Etiopia dove la siccità è un problema che diventa per lui una missione di vita. La torre inventata da Vittori raccoglie fino a 80 litri d’acqua al giorno e convoglia l’umidità presente nell’atmosfera e l’acqua piovana che raccolta e immagazzinata viene poi filtrata e distribuita tra gli abitanti del villaggio. La torre prende il nome dall’albero di fico “Warka”, un simbolo per il popolo che si raduna sotto la sua ombra e replica anch’essa una funzione sociale. Costruita a mano dagli abitanti dei villaggi con materiali naturali come il bambù, è composta da una rete, una tettoia per trattenere la rugiada e una cisterna per la raccolta dell’acqua.

Recentemente Vittori ha ideato torri fornite di pannelli solari che consentono anche la produzione di energia elettrica e quindi l’illuminazione e la possibilità di alimentare dispositivi elettronici. Dopo il grande successo di questo progetto, riprodotto anche in altre parti del mondo, Vettori, ha creato il Warka Village, un villaggio con capanne in bambù, un orto, una cucina comune, un laboratorio artigianale e un bagno rifornito di acqua completamente estratta dall’aria.

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Fonte: Warka Water

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