Libri russi

Prese in biblioteca Madame Bovary, Anna Karenina e Delitto e castigo, tutti scritti da autori di cui lui conosceva a malapena il nome, ma Helen gli disse che erano libri eccellenti. Frank notò che Helen maneggiava con rispetto quei volumi dalle pagine ingiallite, come se tenesse tra le mani le opere di Dio. Come se, a suo modo di vedere, ci si potesse leggere tutto ciò che non si poteva ignorare, la verità sull’esistenza stessa. Frank si portò in camera i tre libri, si avvolse in una coperta per ripararsi dal freddo che penetrava attraverso gli infissi sconnessi della finestra e cominciò faticosamente a leggere. Gli riusciva difficile immedesimarsi nelle vicende perché i personaggi e i luoghi non gli erano familiari, i loro nomi erano strani e difficili da ricordare, e alcune frasi così maledettamente complicate che prima di arrivare in fondo si era bell’e dimenticato il principio. Lesse con irritazione le pagine iniziali, cercando di farsi strada in una selva di vicende e di gesti bizzarri. Osservò per ore le parole, cominciando prima un libro, poi l’altro, poi il terzo: alla fine, esasperato, li buttò da parte.

Siccome però Helen aveva letto quei libri e li amava, si prese vergogna di non aver fatto altrettanto. Così ne raccolse uno dal pavimento e si rimise a leggerlo. A mano a mano che si trascinava a fatica attraverso i primi capitoli, la lettura gli diventava sempre più facile, finché prese a interessarsi ai personaggi e alle loro vite, per un verso o per l’altro ferite, qualche volta mortalmente. Dapprincipio Frank lesse a strappi, poi con accessi di insolita avidità, e in poco tempo riuscì a finire i libri.

Bernard Malamud, [The assistant, 1957], Il commesso, Roma, minimum fax, 2013. [Trad. G. Buzzi riveduta e corretta da G. Garbellini]


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