Amazzonia: se non brucia non fa notizia ma la deforestazione continua più di prima
I dati dell’Inpe sono agghiaccianti: 9724 sono i km quadrati deforestati nel solo 2021, una superficie dunque superiore all’estensione delle Marche, e negli ultimi tre anni il processo di deforestazione in Amazzonia è aumentato dal 52%, insieme agli incendi, incrementati del 25%. Secondo un rapporto di Greenpeace nel periodo di presidenza di Jair Bolsonaro (eletto nell’ottobre 2018) l’aumento sarebbe addirittura del 75,6 %.
Il Presidente Bolsonaro è supportato dai grandi proprietari terrieri e allevatori brasiliani e non per caso ha modificato le disposizioni che affidavano alle popolazioni indigene la gestione dei confini dei loro territori (affidandoli al ministero dell’Agricoltura) e ha cercato di limitare le competenze dell’Inpe affidando il monitoraggio satellitare dell’Amazzonia all’Istituto Nazionale di Meteorologia, collegato sempre al Ministero dell’Agricoltura. Tereza Cristina Dias, ministro dell’Agricoltura in Brasile, è accusata di essere troppo vicino alle lobby degli allevatori, ed è la prima ad ammettere che il disboscamento dell’Amazzonia avviene per la necessità di creare nuovi pascoli per la produzione di carni di cui il Brasile è tra i leader mondiali (il primo per le carni bovine) (…)
di Gaetano Benedetto, presidente centro studi Fondazione WWF Italia
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