Carlo Gnocchi

Come ultimo gesto di altruismo, donò le sue due cornee a due giovani ragazzi privi di vista. Quando capì che il suo momento stava arrivando, quella fu infatti la sua scelta: dare la vista a due persone con una parte di lui. Lo fece senza che ci fossero leggi in merio. Lo fece rompendo un tabù. Come uomo e come prete. Carlo Gnocchi fu un uomo straordinario, un prete straordinario. Cappellano militare degli Alpini, in Russia vide morire tanti ragazzi. Raccolse le loro ultime parole e tornato in Italia girò, da solo, tutta la Penisola per “consegnarle” alle loro famiglie. Poi, nel 1943, si rifiutò di aderire alla Repubblica sociale, iniziando invece a collaborare con la Resistenza. Aiutava ebrei e Alleati a fuggire in Svizzera e venne arrestato più volte dalle SS, ma non demorse mai. Nel dopoguerra, si dedicò agli invalidi e ai bambini, agli orfani soprattutto. Costituì collegi in tutta Italia, non si stancò mai di aiutare, supportare chi aveva bisogno di aiuto. Passò quasi vent’anni a fare del bene. Si spense il 28 febbraio del 1956. Donare i suoi “occhi” fu il suo ultimo grande gesto d’amore. Le sue ultime parole prima di andarsene furono “Grazie di tutto”. In questo giorno, ricordiamo un grande uomo, una grande persona. E il grazie per esser stato un esempio lo diciamo noi.

(Leonardo Cecchi)

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