Suicidio

Chiuso in casa, cosa che devo ammetterlo mi ha sempre tentato e ancora continuamente mi tenta, avrei finito per essere raggiunto dal pensiero del suicidio. Il pensiero del suicidio lo devo sempre lasciare un passo indietro. Sempre almeno un passo dietro di me, pensavo, altrimenti sono finito. Mi sono salvato dall’idea del suicidio e in definitiva dal suicidio vero e proprio, solo grazie a questo continuo camminare, solo spostandomi in continuazione seguendo le rotte piú disparate, non diritto, non in cerchi concentrici, non a spirale, solo un continuo vagare, un continuo camminare, un continuo arrancare, nel continuo tentativo, devo dire coronato dal successo, di tenere sempre dietro il suicidio e il pensiero del suicidio, sempre e continuamente il suicidio almeno un passo indietro. Sono ancora in vita, pensavo, solo perché mi sfinisco percorrendo a piedi in lungo e in largo il bosco di roveri.

V. Trevisan, I quindicimila passi, Torino, Einaudi, 2002

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