12 Agosto 1944: Il massacro di Sant'Anna di Stazzema

Fu un’alba tragica quella del 12 agosto 1944 quando, alle prime luci del giorno, a Valdicastello, nel comune di Pietrasanta, arrivarono numerosi autocarri con a bordo centinaia di S.S. in tuta nera, armate fino ai denti.

Questi uomini – dalle trecento alle cinquecento unità – appena scesi dai mezzi, in fila indiana, a distanza di pochi passi l’uno dall’altro iniziarono ad arrampicarsi lungo il sentiero per raggiungere Sant’Anna di Stazzema, un piccolo gruppo di case abbarbicate sui monti dell’alta Versilia.

Lì si erano rifugiati numerosi sfollati provenienti da Pietrasanta, Forte dei Marmi e altre località della Versilia. C’erano anche persone di Livorno, La Spezia, Piombino, Massa, Genova, Pavia e persino Napoli.

Tra i soldati in marcia furono notati anche uomini camuffati, coi volti parzialmente coperti, sotto l’elmetto, da pezzi di rete di juta.

Quando la gente vide arrivare le S.S. così numerose, gli uomini ebbero appena il tempo di fuggire nei boschi vicini; nel paese rimasero soltanto le donne, i vecchi e i bambini.

Le donne, impaurite, misero dei tavoli fuori dalle loro case, imbandendoli con pane, acqua e vino da offrire ai tedeschi al momento del loro arrivo.

Ma subito le S.S. mostrarono le loro vere intenzioni, mettendosi a sparare all’impazzata contro la gente incredula che, senza parole, cadeva a terra senza vita.

Spararono anche contro le bestie nelle stalle.

Non ebbero pietà per nessuno.

Un gruppo di persone fu spinto coi calci dei fucili all’interno della chiesa.

Su quei poveretti vennero lanciate bombe a mano e scaricati colpi di mitragliatrice. “Kaputt! Kaputt! Tutti kaputt!”, urlavano le S.S., mentre i corpi delle vittime venivano investiti dal fuoco dei lanciafiamme.

Furono cento i bambini uccisi; una femminuccia, la creatura più piccola, aveva appena venti giorni.

Molte persone finirono bruciate vive insieme ai loro cari.

Quando le S.S. ridiscesero a valle, a Sant’Anna rimasero i resti di 560 persone, tra bambini, anziani e donne, spietatamente massacrati.

Quella del 12 agosto 1944 fu la più grande strage di innocenti compiuta dalle S.S. in Italia durante la Seconda guerra mondiale, superiore anche a quella di Marzabotto.

Da numerose testimonianze dell’epoca risulta evidente che fra i tedeschi che commisero la strage c’erano anche diversi fascisti italiani: li sentirono parlare nel dialetto versiliese. Italiani che massacrarono altri italiani.

Una pagina nera della storia del nostro Paese.

Renato Sacchelli (dal libro “Quando cadevano le castagne)

Cheyenne Rebelde

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