Mario Fiorenzo Costalunga

Il 6 settembre 1944, al cimitero di San Vito di Leguzzano (VI), i fascisti della “Tagliamento” fucilarono Mario Fiorenzo Costalunga.

Era nato a Padova il 10 settembre 1917 ed era iscritto alla Facoltà di Magistero dell’Università di Urbino, ma prima aveva frequentato la Scuola sindacale fascista a Firenze, conseguendo il Diploma. Lavorando a contatto con i sindacalisti e gli operai vicentini si era progressivamente spostato a sinistra, aderendo definitivamente all’antifascismo dopo l’8 settembre 1943.

Arrestato nella primavera del 1944 poiché sospettato di essere l’autore di un articolo, pubblicato su “Il Popolo Vicentino”, fortemente critico nei confronti del regime, fu incarcerato a San Biagio e riuscì a ottenere il rilascio dopo un tentativo di suicidio che lui stesso descrisse più tardi in un suo scritto. Entrò quindi nella Resistenza armata, con il ruolo di Commissario politico nelle formazioni garibaldine dislocate sugli altopiani trentini e con il nome di battaglia “Argiuna”. Una scelta che rivela la sua profonda sensibilità e cultura, poiché Arjuna è un personaggio del Bhagavad Gita, testo sacro dell’induismo, che vive un tremendo dilemma, trovandosi costretto a ingaggiare battaglia contro membri del suo stesso nucleo familiare: una guerra fratricida come quella che allora stava contrapponendo italiani contro italiani.

Sceso a Vicenza dopo il rastrellamento di Posina di metà agosto, inviò una lunga e dettagliata relazione al Comando Militare della Regione Veneto sulla situazione che aveva riscontrato e sulle prospettive della guerriglia. Quindi si incamminò verso Monte Raga, per salire alla base del Btg. “Barbieri”, ma fu fermato, riconosciuto subito come partigiano e tosto condotto alla fucilazione.

Nel percorso verso il cimitero mantenne un atteggiamento fiero e dignitoso, come osservato da numerosi testimoni, e prima di ricevere la scarica mortale si sfilò gli scarponi e li donò all’affossatore, dicendo che sarebbero stati più utili a lui.

In suo onore una formazione operante sui colli Berici fu denominata Brigata “Argiuna”.

UGO DE GRANDIS, Prime impressioni del carcere. Mario Fiorenzo Costalunga “Argiuna”, Quaderni di Storia e di Cultura Scledense, n. 16, giugno 2006

Ugo De Grandis

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