Sei stato con noi per undici anni.

Una sera siamo tornati:
eri disteso davanti al cancello,
il muso nella polvere della strada,
le zampe già fredde, il dorso
tepido ancora.

Ora sei tutto
nella buca che ti abbiamo scavata.

Ma gli undici anni
della tua umile vita,
il gemere
per ognuno che partiva,
il soffrire di gioia
per ognuno che ritornava
– e verso sera
se qualcuno
per una sua tristezza
piangeva
tu gli leccavi le mani:
lo guardavi
e gli leccavi le mani –
oh, gli undici anni
del tuo muto amore
tutto qui
sotto questa terra
sotto questa pioggia
crudele?

Esitavi
sulla ghiaia timida:
sollevavi
una zampa – tremando.

Ora nessuno ti difende
dal freddo.

Non ti si può più chiamare.

Non ti si può più dare
niente.

Solo le foglie fradice morte
cadono su questo pezzo
di prato.

E pensare che altro rimanga
di te
è vietato:
di questo il nostro assurdo
pianto si accresce.

14 settembre 1933

Antonia Pozzi

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