Gli assalti alla panetterie

C’è un noto aforisma di Oscar Wilde che afferma che l’unico modo di liberarsi da una tentazione è cedervi. E’ indubbiamente una strada amorale, ma quasi sempre percorribile, anche se la tentazione in questo caso è un assalto ad una panetteria e, come se non bastasse, a mano armata. Così il protagonista del breve, ma intenso racconto di Murakami, decide di farlo la prima volta preso da una fame cosmica e lo fa in complicità con un amico ai danni di un “panettiere comunista” che ama Wagner. Anzi per essere precisi, anziché alla minaccia delle armi, il panettiere propone uno scambio alla pari: i rapinatori avrebbero ascoltato il “Tristano e Isotta” di Wagner e in cambio avrebbero potuto prendere tutto il pane che volevano. È evidente però che quell’atto mancato (da cui Freud farebbe discendere il conflitto nevrotico), si sarebbe riproposto nella vita del protagonista. Ed infatti la seconda parte del racconto si intitola “Il secondo assalto ad una panetteria”. Questa volta complice del protagonista è la giovane moglie, ma la situazione di “fame cosmica” sembra essere la stessa, ed è proprio la moglie a fagocitarlo a compiere l’azione criminosa che in realtà si svolgerà in un notturno e solitario Mc.Donald’s della sconfinata metropoli giapponese. I due ruberanno trenta “Big Mac”, ma pagheranno la Coca Cola, poiché scopo del furto era saziare la fame. Ed è proprio di questo che tratta il breve racconto di Murakami, del senso di vuoto, che si tratti di stomaci, di metropoli o di anime. Il libro non è nuovo, ma diciamo che in un certo senso “mi aspettava” e non avrei potuto certo mancarlo, anche perché è impreziosito dalle illustrazione di uno dei più grandi disegnatori italiano, Igort. L’apparato delle illustrazioni in questo caso, non sembra commentare il racconto, ma vivere di vita propria, replicando la storia con un sistema semantico non-frastico. Immagini poetiche ed evocative che raccontano la desolata solitudine dei personaggi, espunta dall’ironia del linguaggio di Murakami. Ci sono libri che ci vengono regalati o che giacciono per anni nelle nostre biblioteche e aspettano pazienti di essere letti, ed anche questa è una tentazione a cui prima devo necessariamente cedere…

Murakami

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